Green pass obbligatorio per gli studenti universitari: le conseguenze per chi non lo ha
A settembre si tornerà all'università, ma solo con il green pass. La certificazione verde diventerà obbligatoria per i docenti e il personale che lavora negli atenei così come nelle scuole, ma nel caso delle università varrà anche per gli studenti. Larga parte della popolazione si sta vaccinando o si è già vaccinata (oggi si potrebbe raggiungere quota 70%), ma c'è chi ancora non ha deciso, o ha rimandato la somministrazione e ora rischia di restare fuori dagli atenei italiani. L'alternativa è sottoporsi al tampone, che deve avere esito negativo e che però ha una durata molto limitata – 48 ore – oppure aver contratto il Covid ed essere guariti. Dal primo settembre, insomma, l'università riparte solo con il green pass.
Cosa succede agli studenti universitari che non hanno il green pass
Come aveva spiegato la stessa ministra dell'Università, Maria Cristina Messa, meno di un mese fa: per chi non si adeguerà e andrà all'università senza green pass scatterà la didattica a distanza. L'ex rettrice della Milano-Bicocca ha insistito molto sul ruolo dell'università come apripista, chiedendo agli studenti di dare l'esempio nella campagna di vaccinazione per dimostrare la propria responsabilità. Insomma, la linea dal Mur è chiara: chi non ha la certificazione verde resta a casa, ma non per questo resta indietro. Esami e lezioni possono proseguire a distanza, per il momento, visto il sistema che – più o meno in tutta Italia – è stato rodato nell'ultimo anno e mezzo di pandemia.
Green pass obbligatorio anche per la didattica a distanza, il caso Trieste
Le università, però, hanno la possibilità di decidere autonomamente, a prescindere dalle indicazioni centrali. In queste ore sta facendo discutere la scelta dell'Università di Trieste, che ha deciso di chiedere il green pass anche per sostenere gli esami a distanza. "Noi non possiamo far finta che non esista l’obbligo per gli studenti universitari di avere il green pass: l’obbligo serve per spingere gli studenti a vaccinarsi, non per garantire ai no vax di stare a casa e fare gli esami a distanza, che sappiamo, ci hanno salvato lo scorso anno ma non sono la stessa cosa degli esami in presenza – ha spiegato il rettore Roberto Di Lenarda al Corriere – Sarebbe stato più facile abolirli del tutto, li abbiamo mantenuti, ma soltanto per chi veramente non può venire in Ateneo". Insomma, dad sì, ma solo per chi ne ha veramente bisogno.