Green pass obbligatorio per chi guida il taxi: da quando e chi controlla
Il prossimo 15 ottobre entrerà in vigore la misura contenuta nell'ultimo decreto varato dal governo Draghi: il green pass diventerà obbligatorio per tutti i posti di lavoro, sia nel pubblico che nel privato. L'annuncio, arrivato poco meno di quarantotto ore fa, si è portato subito dietro diverse polemiche e richieste di chiarimento, soprattutto per quanto riguarda i confini della misura. Dal primo momento è stato specificato, anche dai ministri che sono andati ad illustrare il contenuto del decreto in conferenza stampa, che il provvedimento verrà applicato a tutti i lavoratori di qualsiasi tipologia e che, in ogni caso, non si può arrivare al licenziamento per violazione della norma sul green pass.
Dai badanti alle colf, dai lavoratori dipendenti alle partite Iva. Insomma, l'obbligo di green pass riguarda qualsiasi persona svolga una mansione lavorativa, sia per quanto riguarda il settore pubblico che quello privato. Il controllo, in generale, è compito del datore di lavoro, che deve anche comunicare come ha intenzione di procedere a livello organizzativo, soprattutto se si tratta di un'azienda medio-grande. Tra i lavoratori a cui si applica la nuova misura dal 15 ottobre ci sono anche i tassisti, che nelle ore immediatamente successive alla firma del decreto ci si chiedeva se fossero o meno compresi all'interno della lista.
Per quanto riguarda i taxi sarà la cooperativa o la società di cui i tassisti fanno parte a dover effettuare i controlli. Ma attenzione: il green pass potrà essere richiesto anche da parte del cliente che sale sul taxi. Certo non può verificarlo, ma può chiederlo per vedere che l'autista lo abbia. In questo modo, se il tassista non dovesse avere il green pass per qualsiasi motivo, il cliente potrebbe decidere liberamente di scendere dall'automobile e prenderne un altro.