Green pass: la Lega prima ritira gli emendamenti al decreto, poi vota quelli di FdI
La fumata bianca di questa mattina ha lasciato subito il posto alla bagarre politica. È durata poche ore la pace nella maggioranza di governo, con la Lega che ha ritirato tutti gli emendamenti al decreto sul green pass, così come il resto dei partiti che sostengono l'esecutivo. Il governo, che ventilava la possibilità di porre la questione di fiducia sul testo e far decadere comunque gli emendamenti, cambia idea. Comincia la discussione, ma da Salvini arriva un messaggio chiaro: "Se ci sono emendamenti che noi condividiamo da chiunque arrivino noi li sosteniamo – spiega riferendosi alle proposte di Fratelli d'Italia – Ma non è mai stata in discussione la nostra fiducia al governo e a Draghi, se ci bocciano le nostre proposte voteremo contro. Il Parlamento è fatto per parlare e per discutere". E intanto nelle chat dei parlamentari di maggioranza circolano messaggi che raccomandano la presenza in Aula.
Comincia la discussione e si votano gli emendamenti dell'opposizione, ma sulla richiesta di accantonamento e rinvio in Commissione dell'emendamento che prevede la soppressione del green pass la Lega vota insieme a Fratelli d'Italia. L'Aula respinge l'accantonamento e poco dopo si arriva al voto su quegli emendamenti, tra cui uno firmato da Giorgia Meloni: 59 sì, 260 no e 82 astenuti. La Lega si stacca ancora dal blocco della maggioranza e si astiene, così come aveva annunciato poco prima il deputato della Lega Claudio Borghi: "Vogliamo cercare di procedere in un clima costruttivo – ha spiegato – Noi ci aspettiamo che su alcune cose il governo cambi idea, sarebbe offensivo in questo clima chiudere la porta, confidiamo che il governo accoglierà alcune modifiche di buonsenso che ci sono negli emendamenti presentati dai colleghi".
Durissima la risposta degli altri partiti di maggioranza: "L'intenzione della Lega di votare a favore di alcuni emendamenti di Fdi e di astenersi su quello che chiede l'abolizione del green pass è un atto irresponsabile – attacca la capogruppo del Partito Democratico alla Camera, Debora Serracchiani – Deve finire l'ambiguità di Salvini che in Consiglio dei ministri condivide le scelte del governo e poi in Parlamento lavora per cancellarli in accordo con Fratelli d'Italia. Salvini decida da quale parte stare, se in maggioranza o all'opposizione del governo Draghi". Sulla stessa linea il capogruppo di Leu a Montecitorio, Federico Fornaro: "Per fortuna in tutti questi mesi la Lega non ha mai avuto responsabilità di governo nei ministeri chiave per contrastare la pandemia, in Aula la Lega oggi ha toccato vette di ambiguità senza precedenti – ha commentato – ritira i suoi emendamenti e poi vota quelli dell'opposizione di Fratelli d'Italia". La Lega è diventata il "partito del no" secondo il ministro pentastellato Stefano Patuanelli: "No al green pass, no al reddito di cittadinanza, no a tutto", ma "non bisogna avere indecisioni sul come affrontare la pandemia perché si crea anche confusione nel Paese".