Green pass, il governo frena e rimanda nuove misure anti Covid a dicembre
Nessuna stretta in vista, nessuna nuova misura anti Covid. Il governo rimanda tutto al mese prossimo, quando, a ridosso delle festività natalizie, potrà fare una valutazione alla luce di nuovi dati, e tirare le somme sulla strategia presa fino ad ora – green pass rilasciato dopo il vaccino o dopo il tampone, e allargamento della platea per la terza dose di siero anti Covid – e capire se ha funzionato.
Ad oggi comunque non sono allo studio dell'esecutivo nuove norme anti-coronavirus. Lo hanno precisato in serata fonti di Palazzo Chigi, spiegano che al momento i numeri dei contagi restano sotto controllo, tutto il Paese resta in zona bianca anche per questa settimana, e quindi l'intenzione è continuare a spingere la campagna di vaccinazione e mantenere il green pass così come è. Secondo quanto ha annunciato il governo dunque dal 1 dicembre partirà la somministrazione della dose booster anche a 40enni e 50enni, oltre a over 60, medici e personale sanitario, ospiti e lavoratori delle Rsa, soggetti fragili. Per il momento non sembra verranno incluse altre categorie, come personale scolastico e forze dell'ordine.
L'emergenza sembra per il momento sotto controllo, e le ipotesi circolate nei giorni scorsi rimangono sul tavolo, ma fino ad ora solo in linea teorica. Si è parlato infatti di limitare il rilascio del green pass solo ai vaccinati, e in questo modo non basterebbe più un tampone per riceverlo, come già accade in Austria, dove dallo scorso lunedì ai non vaccinati non è più permesso accedere a molti ambiti della vita sociale, come ristoranti, palestre, centro per la cura della persona, hotel, eventi culturali. Un'altra idea avanzata è quella di concedere il green pass solo a chi possiede un tampone molecolare negativo (non basterebbe più un test antigentico).
Vaccini ai bambini
A metà dicembre dovrebbe arrivare poi il via libera dell'Ema alle vaccinazioni per gli under 12. Il primo disco verde ai vaccini per i bambini di età compresa fra 5 e 11 anni è arrivato dall'ente regolatorio statunitense, la Food and Drug Administration (Fda).
Restano le zone colorate
Per il momento comunque si continua con il sistema delle fasce colorate delle Regioni, bianca, gialla, arancione e rossa, per le quali bisogna tenere presente i tre diversi parametri: occupazione terapie intensive, occupazione dei reparti ordinari e l'incidenza settimanale, calcolata ogni 100mila abitanti. Naturalmente resta la possibilità per gli amministratori locali di circoscrivere mini zone rosse locali, per arginare la circolazione del virus nel caso scoppino dei focolai isolati all'interno dei loro territori. Fonti di Palazzo Chigi interpellate sulle ipotesi circolate in queste ore, circa un nuovo intervento normativo, hanno precisato che non ci sono novità in vista per il mese di novembre.