Green pass dal parrucchiere, estetista e barbiere da domani: cosa cambia e dove serve
Scatta l'obbligo di green pass per i servizi alla persona. A due settimane di distanza dalla firma dell'ultimo decreto che cambia le regole della lotta al Covid, cominciano a entrare in vigore le prime novità per quanto riguarda i provvedimenti che estendono la lista delle attività che non si possono fare senza certificazione verde. Dopo una discussione accesa in Consiglio dei ministri, si è deciso di inserire per parrucchieri, barbieri e centri estetici l'obbligo di green pass base (e non super), ovvero la certificazione che si può ottenere con vaccinazione contro il Covid e guarigione dal virus, ma anche effettuando un tampone con esito negativo – rapido o molecolare – nelle ore precedenti.
A partire da domani, 20 gennaio, in tutti gli esercizi che si occupano di servizi alla persona – e quindi, appunto, parrucchieri, barbieri ed estetisti – verrà richiesto il green pass base all'accesso. Finora questo tipo di attività era stato escluso, ma da domani in poi sarà necessaria la certificazione verde, ottenibile anche con tampone, per tagliare i capelli o per andare dall'estetista. Nei prossimi dieci giorni, poi, la lista delle attività per cui sarà necessario il green pass base si allargherà ulteriormente.
Il decreto del cinque gennaio, infatti, prevede che la certificazione verde base scatti anche per un'altra serie di attività. Nel testo del provvedimento, però, si parla genericamente di pubblici uffici, uffici postali, uffici bancari e negozi. È attesa nelle prossime ore una lista con le deroghe, che sarà contenuta in un Dpcm firmato da Draghi. Il presidente del Consiglio, insieme ai ministri, deciderà quali attività esentare dall'obbligo di green pass base. La discussione è ancora aperta, ma sta arrivando a una conclusione. La linea è quella delle attività essenziali, alle quali si potrà accedere senza certificazione verde. Vanno verso l'esenzione supermercati, negozi di generi alimentari e farmacie, ma anche edicole all'aperto. Dovrebbero rimanere fuori dall'esenzione, invece, tabaccai e librerie.