Green pass, Colao assicura: “Nessun problema per la privacy con il certificato nella app Immuni”
Hanno fatto discutere ieri le dichiarazioni del ministro per l'Innovazione tecnologica e la Transizione digitale, Vittorio Colao, che in un'intervista a Repubblica.it ha spiegato come funzionerà il certificato verde, che permetterà ai cittadini europei che hanno completato il ciclo vaccinale, a quelli in possesso di un tampone negativo, e ai guariti dal Covid, di viaggiare, senza dover fare la quarantena. "Siamo contenti dei risultati della versione europea che abbiamo già testato. Da metà giugno saremo pronti e il primo di luglio partirà". Le tempistiche sono state confermate anche dal presidente del Consiglio Draghi: "Il certificato verde con lo stato di salute dei cittadini europei sarà pronto a metà giugno. Ci sono ancora questioni aperte su cui si dovrà pronunciare l'Ema, in particolare sulla durata", del documento.
"È un certificato, non è un passaporto – ha precisato ancora il ministro Colao – forse non bisognerà scaricarlo, molto probabilmente si riceverà direttamente una notifica e chi ha l'app Io lo potrà avere lì dentro. Anche Immuni avrà dentro il certificato che è un Qr code e potrà essere messo dappertutto".
Ma è proprio attorno all'utilizzo della app Immuni che si sono concentrate le perplessità, perché l'applicazione per il tracciamento dei contatti Covid era stata progettata per essere uno strumento assolutamente anonimo. Il Qr code che reca i dati sullo stato di salute dei cittadini, sulla guarigione dall'infezione o sul completamento del ciclo vaccinale, è abbastanza sicuro? Come è possibile conciliare l'esigenza di privacy con le informazioni che il Qr code deve contenere?
Dubbi sollevati anche dal responsabile Innovazione di FdI, deputato Federico Mollicone: "Il ‘green pass' dovrà garantire il principio della minimizzazione dei dati, è la posizione del Garante della Privacy, e non dovrà essere collegato ad Immuni. Come dicono gli esperti, mettere un certificato nominativo dentro un'applicazione che è stata specificamente progettata per essere anonima è un controsenso e un rischio enorme per i dati dei cittadini".
"Sulla tutela della minimizzazione dei dati per il certificato – ha spiegato – ho presentato un emendamento al dl Riaperture, mentre per Immuni vogliamo sottolineare come, dall'attivazione, nemmeno il 20% della popolazione l'abbia scaricata. Praticamente, un fallimento. Vanno tutelati i dati dei cittadini, ne va della sovranità digitale".
Ma fonti del Dipartimento per la trasformazione digitale, contattate da Fanpage.it, hanno spiegato che non ci sono rischi per la privacy dei cittadini, perché su Immuni il certificato non arriverà con una notifica, come sull'app IO: "È uno strumento attraverso il quale il cittadino avrà la possibilità di scaricare il proprio certificato con una password usa e getta (OTP) – spiegano tecnici del Dipartimento, al lavoro sul certificato verde – Quest’azione non avrà nessun tipo di ripercussione a livello di privacy. Lo strumento infatti è e rimarrà assolutamente privacy preserving, ovvero le informazioni del cittadino non lasceranno il dispositivo mobile né verranno messe in relazione con le informazioni di contact tracing poiché il flusso è unidirezionale: dal database centrale (gestito da Sogei) che gestirà i certificati, verso il cellulare del cittadino stesso".