Green pass al ristorante, meno zone colorate e tamponi obbligatori: cosa vogliono le Regioni
Entro questa settimana il governo è chiamato a decidere sui nodi più importanti da sciogliere in fretta: modifiche al green pass, cambiare i parametri che decidono il colore delle Regioni, eventuale obbligo vaccinale per i docenti e proroga dello stato di emergenza almeno fino all'autunno. Sulle prime due si è concentrata la riunione dei presidenti di Regione di oggi, in un primo incontro che verrà replicato domani, prima della Conferenza con il governo e prima del Consiglio dei ministri a cui si arriverà probabilmente domani. Insomma, sono ore caldissime per decidere una serie di provvedimenti per affrontare al meglio le prossime settimane, con i casi che stanno risalendo vertiginosamente e l'esempio di altri Paesi europei che fa paura. L'obiettivo dei governatori è sedersi al tavolo con il governo con delle proposte realistiche, precise e dettagliate, portando avanti una linea chiara: non si può più calcolare il colore in base all'incidenza – se così fosse lunedì diverse Regioni sarebbero in zona gialla – e bisogna usare il green pass in modo equilibrato.
Le Regioni vogliono usare di più il green pass
I presidenti di Regione hanno già deciso, più o meno, cosa chiederanno al governo. Il nuovo incontro di domani mattina servirà a perfezionare "la definizione puntuale delle proposte", ha spiegato il presidente della Conferenza Massimiliano Fedriga. Insomma, c'è da definire i dettagli, ma le richieste sono già chiare: secondo quanto si apprende, in primis i governatori chiedono di utilizzare il green pass come un "salvacondotto" per scongiurare chiusure al di fuori della zona bianca. In pratica le Regioni vogliono che la certificazione verde sia usata da subito per discoteche e grandi eventi, permettendo a questi settori di ripartire. Mentre l'uso più esteso del green pass, del quale si è parlato nei giorni scorsi, per ristoranti e locali al chiuso riguarderebbe le altre zone colorate e non quella bianca. In questo modo si salvaguarderebbero quelle attività che con il peggioramento dei dati e il cambio di colore dovrebbero richiudere.
Test obbligatori e tre zone colorate
Sulle zone colorate si combatte, in realtà, la vera battaglia. Tutti sono d'accordo sul fatto che bisogna cambiare i parametri che determinano il passaggio da un'area all'altra, soprattutto per quanto riguarda l'incidenza, che nelle ultime ore sta risalendo velocemente. Il ministro Speranza, il governo, le Regioni e i partiti sono tutti allineati per l'inserimento del parametro delle ospedalizzazioni in modo che sia l'indicatore decisivo. Lo scontro, però, è su quanto debba essere la soglia da non superare: i governatori chiedono che il limite massimo prima di uscire dalla zona bianca sia il 15% dei letti occupati in terapia intensiva e il 20% nei reparti ordinari. Da quanto si apprende dal governo si rifletteva su cifre ben diverse: 5% per la rianimazione e 10% per i ricoverati con sintomi. La forbice è ancora ampia e andrà discussa domani, ma nel frattempo i presidenti chiedono anche di ridurre le zone colorate da quattro a tre e di essere più flessibili nella valutazione dei parametri nelle Regioni più piccole. I governatori propongono anche di fissare un minimo di 150 tamponi ogni 100mila abitanti da effettuare ogni giorno e di valutare il numero di vaccinati Regione per Regione.