Green Pass a lavoro, Andrea Costa a Fanpage.it: “Giusto che chi non si vaccina paghi il tampone”
Il 15 ottobre è ormai alle porte e con esso anche l'estensione del Green Pass obbligatorio in tutti i luoghi di lavoro. Ieri, il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha firmato un nuovo Dpcm in cui vengono indicate le modalità per eseguire i controlli sulle certificazioni di dipendenti pubblici e privati. Nel decreto si fa riferimento anche a nuovi strumenti informatici che verranno messi a disposizione dei datori di lavoro (nelle aziende pubbliche e private) per una verifica quotidiana e automatizzata del possesso delle certificazioni. Il sottosegretario del Ministero della Salute, Andrea Costa ne ha parlato in un'intervista a Fanpage.it: "I dati stanno andando bene e il piano vaccinale ha raggiunto risultati importanti, ma dobbiamo affrontare le prossime settimane con prudenza, senso di responsabilità e rispetto delle regole". Costa ha ribadito che la strada intrapresa dal governo per uscire dalla pandemia è quella dei vaccini che "sono messi a disposizione gratuitamente" e per questo "chi sceglie di non vaccinarsi è giusto che si faccia carico del tampone", ha detto il sottosegretario blindano all'ipotesi di rendere i test gratuiti per i lavoratori.
Cosa rischia chi non ha il Green Pass
Da venerdì chi non sarà munito di un Green Pass valido non potrà accedere al posto di lavoro, che sia un dipendente pubblico o privato. "Chi non lo ha – ha ricordato Costa – rischia la sospensione da lavoro" e di conseguenza sarà sospesa anche la retribuzione. "Sono regole che ci siamo assunti la responsabilità di adottare – ha detto il sottosegretario – nella consapevolezza che siamo in un momento particolarmente delicato". E ha aggiunto: "Dando la possibilità di ottenere il Green Pass anche con tampone, abbiamo messo i cittadini nelle condizioni di poter scegliere. Ma la via maestra che ha scelto il governo per uscire dalla pandemia, non è il tampone, ma il vaccino".
I tamponi gratis li pagherebbe chi si è vaccinato
In queste ore si è discusso molto dell'opportunità di rendere i tamponi gratuiti (sono già previsti prezzi calmierati) per i lavoratori che non intendono vaccinarsi. Su questo però, Andrea Costa si è mostrato netto: "Non ci sarebbe nulla di gratuito – ha detto – perché i tamponi sarebbero a carico dello Stato e quindi dei cittadini. Pagherebbero anche quei concittadini che si sono vaccinati: sarebbe un atto non giusto nei confronti della stragrande maggioranza degli italiani che hanno avuto fiducia nella scienza e nel vaccino". In base alle stime disponibili, sarebbero poco più di 3 milioni i lavoratori non vaccinati che per ottenere il Green Pass dovrebbero sottoporsi a tampone ogni 48 ore (test rapido) o 72 ore (test molecolare). "Potrebbero esserci delle difficoltà iniziali, ma credo ci siano le condizioni perché i tamponi possano essere fatti da tutti quelli che ne hanno bisogno", ha commentato Costa aggiungendo che se dovessero sorgere problemi di natura logistica "valuteremo già nei prossimi giorni: se ci saranno dei correttivi o degli aspetti organizzativi da migliorare, il governo ha dato piena disponibilità". In ogni caso, ha precisato "il problema non si risolverebbe con la gratuità dei tamponi".
Fino a quando potrebbe durare il Green Pass obbligatorio
Il sottosegretario alla Salute non si è sbilanciato troppo nel fare previsioni, ma si è mostrato fiducioso: "Se i dati continueranno ad essere positivi, è ragionevole pensare che con il nuovo anno potrebbe iniziare una nuova fase in cui potrebbero essere riviste alcune misure restrittive e una di queste potrebbe essere quella del Green Pass per alcune attività e in alcune situazioni", ha detto Costa raccomandando "prudenza e senso delle regole" per le prossime settimane. "Dobbiamo dare delle prospettive ai cittadini che vaccinandosi hanno compiuto un gesto di altruismo, permettendo anche ai nostri ospedali di tornare alla loro attività ordinaria", ha spiegato il sottosegretario.
La somministrazione della terza dose di vaccino
La sfida è superare senza intoppi la prossima stagione: "Il quadro è totalmente diverso rispetto allo scorso anno – ha osservato Costa – I dati continuano ad essere positivi, anche dopo appuntamenti importanti come la riapertura delle attività scolastiche. Quest'anno c'è il vaccino e anche i dati giornalieri degli ospedalizzati ci dicono come il vaccino ci stia proteggendo". Insomma, la strada è segnata "dopodiché dovremo abituarci a convivere con questa pandemia, ma l'importante è farlo senza mettere a rischio la vita delle persone". E in questa prospettiva, ci si chiede se tutti saranno sottoposti alla terza dose di vaccino dopo le categorie più fragili individuate sino ad ora: "Non spetta alla politica dire chi e quando deve fare la terza dose – ha chiarito Costa – Noi siamo in attesa delle indicazioni scientifiche. Il compito e il ruolo del governo sarà quello di farsi trovare pronto per somministrare la terza dose quando sarà necessario e, sotto questo aspetto, siamo in grado di dare ampie garanzie sia per quanto riguarda le strutture logistiche che per l'approvvigionamento dei vaccini. Dopodiché, attendiamo le indicazioni scientifiche e procederemo di conseguenza", ha concluso Costa.