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Green pass a doppia velocità, la nuova ipotesi sul tavolo del governo

Il governo riflette su una modifica del green pass in base a chi è vaccinato e chi no, ma tutto dipenderà dai dati. L’obiettivo è chiaro: fermare al quarta ondata.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Il green pass potrebbe cambiare, di nuovo. Sono ore di profonda riflessione nel governo, con i contagi da Covid che continuano a crescere settimana dopo settimana e la necessità di salvare il Natale da eventuali restrizioni. Venerdì arriverà il consueto monitoraggio dell'Istituto superiore di sanità, che con ogni probabilità confermerà la crescita verticale della curva epidemiologica. Poi sarà il momento di un nuovo decreto del governo, che potrebbe arrivare sul tavolo del Consiglio dei ministri già la prossima settimana. Certo, tutto dipenderà dai dati, ma l'intenzione sembra quella di agire presto e su più fronti. Tutto, però, ruoterà ancora una volta intorno al green pass e al vaccino.

La doppia velocità a cui sta pensando il governo è semplice: una riguarda i vaccinati, l'altra chi ha scelto di evitare l'immunizzazione. Nessun lockdown, come ha deciso di fare l'Austria, ma alcune attività a cui chi non ha ricevuto il vaccino non può partecipare. Ma facciamo un passo indietro: nonostante la smentita della ministra Gelmini, la durata del green pass con doppia dose potrebbe passare da dodici mesi a nove, in modo da avvicinarla alla copertura prevista del vaccino. L'incongruenza che sta venendo fuori in queste ore, infatti, è che dopo sei mesi viene richiesto di fare una terza dose perché la protezione cala sensibilmente, ma che se non la si fa si ha la certificazione verde per altri sei mesi. Inoltre potrebbe arrivare una riduzione per la durata del green pass ottenuto con il tampone: si parla di 24 ore (da 48) per gli antigenici o rapidi e di 48 ore (da 72) per i molecolari.

La seconda fase, invece, dovrebbe riguardare proprio la selezione delle attività che si possono fare in base a come si è ottenuto il green pass. Da un lato quello che viene definito "svago", e cioè cinema, teatri, stadi, bar e ristoranti, dall'altro il lavoro. L'idea, infatti, è differenziare l'utilizzo della certificazione verde se i contagi dovessero continuare a crescere: si potrà continuare ad andare a lavorare con il green pass da tampone, ma per vedere un film al cinema, uno spettacolo, un concerto, una partita di calcio, o per mangiare al ristorante potrebbe essere necessario avere una certificazione verde ottenuta con la vaccinazione contro il Covid. Intanto è essenziale continuare a portare avanti la campagna di vaccinazione, sia per le prime sia per le terze dosi, come ha ricordato il ministro Speranza questa mattina. Tutto dipenderà ancora una volta dai dati, anche eventuali modifiche al green pass.

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