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Gratteri: “No alla legalizzazione della cannabis, sbagliato liberalizzare ciò che fa male”

In un’intervista rilasciata al quotidiano La Stampa, il procuratore di Catanzaro spiega i motivi per cui trova sbagliato legalizzare la cannabis. “Il guadagno che si sottrarrebbe alle mafie è quasi ridicolo rispetto a quanto la criminalità trae dal traffico di cocaina e eroina”.
A cura di Charlotte Matteini
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Commissione Antimafia - Audizione di Nicola Gratteri

Il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, conosciuto per la sua trentennale lotta contro le cosche ‘ndranghetiste, non è d'accordo con la Direzione nazionale antimafia e con il procuratore nazionale Franco Roberti: la cannabis non va legalizzata, sarebbe un errore che porterebbe più svantaggi che benefici.

In un'intervista rilasciata al quotidiano La Stampa, Gratteri sostiene che "uno stato democratico si deve occupare della salute e della libertà dei suoi cittadini, noi sappiamo invece che qualsiasi forma di dipendenza genera malattie, in particolare psichiche, ma genera anche ricatto. Non possiamo liberalizzare ciò che fa male". Insomma, Gratteri – come anche il ministro della Salute Beatrice Lorenzin – è contrario alla legalizzazione delle droghe leggere e contesta il disegno di legge proposto dall'intergruppo parlamentare fondato da Benedetto Della Vedova e che verrà discusso in parlamento a partire dal 25 luglio prossimo.

Secondo il procuratore calabrese, i benefici economici addotti dalla Direzione nazionale antimafia non sarebbero poi così ingenti da permettere di non prendere in considerazione la lista degli svantaggi: "Il guadagno che si sottrarrebbe alle mafie è quasi ridicolo rispetto a quanto la criminalità trae dal traffico di cocaina e eroina. Un grammo di eroina costa 50 euro, un grammo di marijuana costa 4 euro. Non c’è paragone dal punto di vista economico".

Nessuna possibilità, quindi, secondo Gratteri, che la legalizzazione della Cannabis in qualche modo riesca a contrastare il dominio della criminalità organizzata nell'ambito del traffico di droga: "Ogni 100 tossici dipendenti solo il 5% usa droga leggere. Di questa percentuale solo il 25% viene utilizzato da maggiorenni, l’altro 75% sono minorenni. Se noi pensiamo di liberalizzare e vendere droghe leggere e allora dovremmo ipotizzare di vendere hashish e marijuana anche ai minorenni. Di sicuro non risolveremmo il problema di contrasto alle mafie. Le mafie per coltivare canapa non pagano luce, acqua e soprattutto personale, se si legalizza invece bisogna assumere operai, pagare acqua, luce, il confezionamento, il trasporto". Gratteri racconta di un esperimento partito a Modena, che però non avrebbe prodotto i risultati sperati: "Si è fatto un esperimento a Modena creando delle serre, si è capito che in questo modo un grammo costerebbe 12 euro, tre volte in più di quanto costa al mercato nero. È evidente che il ‘consumatore' andrà comunque dove paga meno".

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