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Grasso sulla riforma del Senato: “Non abolirlo, resti assemblea di eletti”

Pietro Grasso “corregge” la riforma proposta dal premier Renzi: “Immagino un Senato composto da senatori eletti dai cittadini contestualmente alle elezioni dei consigli regionali, e una quota di partecipazione dei consiglieri regionali eletti all’interno degli stessi consigli”.
A cura di Susanna Picone
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Alla vigilia della presentazione del testo di riforma di Matteo Renzi, il presidente di Palazzo Madama spiega in un’intervista a Repubblica la sua idea di Senato. Un Senato che, secondo Pietro Grasso, non va abolito. Per l’attuale presidente di Palazzo Madama, la riforma dovrebbe portare alla creazione di un organismo “composto da rappresentanti delle autonomie e componenti eletti dai cittadini”, che si esprima su diritti e temi etici. L’obiettivo è, secondo Grasso, quello di riuscire a creare un sistema che garantisca la stabilità e la rappresentatività indicata dalla Corte costituzionale. Grasso spiega di immaginare Palazzo Madama composto da senatori e da parte dei consiglieri regionali e per “rendere più stretto il coordinamento tra il Senato e le autonomie locali, prevederei la possibilità di partecipazione, senza diritto di voto, dei presidenti delle Regioni e dei sindaci delle aree metropolitane”. La fine del bicameralismo perfetto per Grasso significherebbe la contrapposizione di una Camera prettamente ed esclusivamente politica, con potere di dare e togliere la fiducia al governo, bilanciata da un Senato di garanzia, che abbia funzioni ispettive, di inchiesta e di controllo.

Di cosa dovrebbe occuparsi il Senato immaginato da Grasso – Nei dettagli, secondo Grasso, il Senato (che deve mantenere questo nome, “una parola italiana che viene usata in tutto il mondo”) dovrebbe occuparsi, oltre a tutte le questioni di interesse territoriale, alle leggi costituzionali o di revisione costituzionale, alla legge elettorale, alla ratifica dei trattati internazionali, e alle leggi che riguardano i diritti fondamentali della persona. Per quanto riguarda i costi, secondo Grasso diminuendo di un terzo il numero dei parlamentari tra Camera e Senato, e riducendo le indennità, si otterrebbe un risparmio superiore a quello che risulterebbe dalla sostituzione dei senatori. Nel corso della sua intervista a Repubblica, Pietro Grasso ha commentato anche le voci di chi lo vede come futuro inquilino del Quirinale: “Non scherziamo, io penso a fare bene il mio lavoro”, ha spiegato la seconda carica dello Stato.

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