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Gozi a Fanpage: “Nessuno scontro Francia-Italia, Séjourné non parla a nome di Macron, ma di Renew Europe”

L’eurodeputato di Renew Europe Sandro Gozi ha commentato a Fanpage.it la polemica scoppiata dopo il tweet del leader del partito di Macron, e presidente di Renew Europe, Stéphane Séjourné, che ha attaccato le politiche migratorie del governo Meloni, definendole “disumane”: “Séjourné si riferiva all’estrema destra europea, non parlava a nome del governo francese”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Nuovo round tra Roma e Parigi. L'eurodeputato di Renew Europe e segretario generale del Partito democratico europeo Sandro Gozi, ha commentato le ultime critiche che sono state indirizzate all'Italia da Parigi, questa volta da Stéphane Séjourné, europarlamentare di Renew Europe e presidente del partito di Emmanuel Macron, Renaissance. Dopo la querelle della scorsa settimana, con le durissime parole del ministro dell'Interno Gerald Darmanin, che hanno portato il ministro degli Esteri Antonio Tajani ad annullare la visita istituzionale già programmata, un nuovo attacco ha investito il governo Meloni.

Il capo del partito di Macron, come riportato dal quotidiano francese Le Figaro, ha detto che Meloni "fa una politica ingiusta, disumana e inefficace sull'immigrazione clandestina, fatta di demagogia. Dobbiamo denunciare la loro incompetenza e la loro impotenza". Dichiarazioni che sarebbero in parte collegate allo scontro che si registra al confine tra Italia e Francia dove, secondo un reportage di Le Figaro, stanno aumentando flussi di migranti che da Ventimiglia, ultimo comune italiano, giungono a Mentone, primo comune francese: "Sempre più clandestini – scrive Le Figaro – poiché, dall'inizio dell'anno, sono arrivate in Italia oltre 42.000 persone, contro le 11.000 dello stesso periodo dell'anno scorso".

Gozi, che è stato sottosegretario agli Affari europei dei governi Renzi e Gentiloni, oltre che consigliere per l'Europa dell’esecutivo francese (incarico che ha lasciato nel 2019), suggerisce però di distinguere i piani. Il nuovo scontro tra Francia e Italia non andrebbe letto infatti come un attacco da parte del governo di Macron, che ufficialmente ha già preso posizione dopo la polemica scoppiata con le dichiarazioni del ministro Darmanin. La premier francese Elisabeth Borne è infatti già intervenuta nel tentativo di spegnere le tensioni diplomatiche tra Roma e Parigi, auspicando un "dialogo pacifico" con l'Italia.

Gozi: "Séjourné non parla a nome del governo francese"

"La posizione del governo francese è stata già chiarita dalla prima ministra, che è l'unica titolata a parlare a nome dell'esecutivo – ha spiegato Gozi a Fanpage.it – Borne ha detto che è interesse della Francia avere un dialogo sereno con l'Italia. Del resto anche Catherine Colonna ha parlato al telefono con il titolare della Farnesina, e ha dichiarato che spera che alla fine si possa concretizzare la visita di Tajani a Parigi".

"Dal punto di vista della cooperazione tra governi c'è la volontà di lavorare insieme – ha detto ancora Gozi – laddove ci sono interessi comuni in chiave europea. A cominciare dall'immigrazione, pomo della discordia, includendo l'energia, la riforma del Patto di Stabilità, l'Ucraina, l'Africa. Sono dossier enormi su cui gli interessi di Francia e Italia convergono, sebbene ci siano molte diversità tra Macron e Meloni, con il presidente della Repubblica francese più europeista della storia Quinta Repubblica e la prima presidente del Consiglio italiana di estrema destra. Dal punto di vista politico c'è molta lontananza, ma la volontà di lavorare insieme dove possibile, visti i molti interessi convergenti tra i due Paesi in alcuni settori importanti, esiste".

Il commento di Séjourné, che tra l'altro è contenuto in un tweet di 4 giorni fa che Le Figaro si è limitato a riportare, non rispecchia insomma la posizione del presidente Macron. Secondo Sandro Gozi in questo caso l'eurodeputato non parla per conto di Macron, ma a nome di Renew Europe: "Nel tweet del 5 maggio Séjourné si riferiva all'estrema destra europea. E quando parla di questioni europee l'eurtoparlamentare parla da presidente del presidente gruppo Renew. E come Renew noi ovviamente consideriamo avversari Fratelli d’Italia-Ecr. Se guardiamo all'azione della maggioranza di estrema destra in Italia non possiamo che essere, come Renew, molto critici per le politiche che vengono messe in campo. Non possiamo che confermare il contenuto del tweet, perché Renew Europe è agli antipodi rispetto alle politiche di Ecr e Fdi. Ma di certo Séjourné non parlava a nome del governo francese". Non occorre quindi una nuova presa di posizione o una dichiarazione da parte del presidente Macron per dissipare eventuali ambiguità.

È un fatto però che le reazioni, più che stizzite, da parte di diversi membri del governo italiano si sono registrate, a partire dal vicepremier Matteo Salvini, che ha parlato di "Toni inaccettabili e offensivi", fino al capodelegazione di Fratelli d’Italia-Ecr al Parlamento europeo Carlo Fidanza, che ha accusato Séjourné di volersi guadagnare "un po’ di visibilità a colpi di menzogne e ipocrisia". Meloni invece ha subito minimizzato, dicendo di non aver sentito il suo omologo transalpino, derubricando le polemiche sollevate da Darmanin e Séjourné a problemi di consenso interni.

Appena due giorni fa però Tajani in un'intervista aveva detto di essere in attesa delle scuse da parte di Parigi, scuse che non sono mai arrivate. È difficile quindi immaginare che in questa condizione il ministro degli Esteri possa volare in Francia per incontrare la sua omologa.

Oggi Matteo Renzi, leader di Iv e direttore del Riformista, ha consigliato a Meloni di "siglare al più presto una tregua con Macron", "perché la guerra con la Francia non serve a nessuno". Gozi però ha affermato che non ci sarebbe nessuna "guerra", per cui sarebbe improprio parlare di "tregua": "Io sono stato un grande sostenitore del Trattato del Quirinale, i ministri francesi e quelli italiani stanno collaborando, e più i due governi lavorano insieme meglio è. Chiaramente noi come Renew Europe rimaniamo radicalmente alternativi a Ecr e Fratelli d'Italia. Questo non cambierà. Il nostro giudizio sulle posizioni espresse da Meloni su Stato di diritto, diritti fondamentali e immigrazione, rimane critico".

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