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Governo taglia fondi e bonus per disabilità, Laura Castelli: “Riducono diritti, non gli importa”

Laura Castelli, ex viceministra all’Economia, è la nuova presidente di Sud chiama Nord, il partito fondato da Cateno De Luca. Parlando a Fanpage.it ha criticato la linea del governo Meloni sulla disabilità: “È evidente che non gli sta a cuore”. Nell’ultimo decreto Superbonus c’è un taglio per il bonus barriere architettoniche: “La solita modalità, un governo che scrive ma non legge”.
A cura di Luca Pons
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Con l'ultimo decreto dedicato al Superbonus è anche arrivato un taglio per il bonus barriere architettoniche: vi potranno accedere meno persone, e solo per alcuni lavori edilizi. Secondo Laura Castelli, ex viceministra all'Economia dei governi Conte e Draghi e nuova presidente di Sud chiama Nord (il partito di Cateno De Luca), la modifica non è arrivata per una precisa intenzione politica, ma per poco interesse: "Non si capisce per quale motivo siano intervenuti in questo modo. È la solita modalità di un governo che scrive ma non legge". Ma c'è anche un taglio inserito in manovra ai fondi per la disabilità: "La spending review fatta sul sociale è una cosa che speravamo di non vedere". Infine, Castelli ha tracciato l'obiettivo di ScN per le elezioni europee: "Eleggere un europarlamentare, la Sicilia ce lo chiede".

Ultimamente ci sono stati diversi interventi che hanno riguardato le risorse per la disabilità. L'ultimo in ordine di tempo è il nuovo decreto Superbonus, che ha anche ristretto molto l'accesso al bonus barriere architettoniche. Una mossa sbagliata?

Va nella direzione opposta rispetto a quella richiesta dall'Europa. Il bonus è parte di una visione di sviluppo d'insieme: risparmio energetico, materiali sostenibili, ma anche sviluppo sociale. Invece la nuova norma azzoppa completamente l'obiettivo di costruire un'Italia a zero barriere architettoniche. Non si capisce per quale motivo il governo è intervenuto in questo modo, come ci abbiano pensato. Chiaramente non è stato fatto per risparmiare denaro.

E allora perché?

Da quel che ho sentito da qualche collega, ho capito che non c'era molta conoscenza del testo. È stato fatto da uffici tecnici. Poi qui la beffa è che se non ci fosse stato un decreto inutile sul Superbonus – con una proroga annunciata e celebrata ma che in realtà non c'è per niente – non avrebbero tagliato una norma importante. In ogni caso, quando un governo fa un decreto così importante ha una responsabilità.

In questo caso la responsabilità è anche della ministra per la Disabilità, Alessandra Locatelli?

Io credo che lei non abbia nemmeno letto il testo. La responsabilità è di chi si siede al Consiglio dei ministri. Dalla ministra mi sarei aspettata almeno una dichiarazione, e invece è stata muta. Mi auguro che ora la maggioranza si renda conto della situazione e cambi la norma.

Nella nuova versione del bonus non sono più ammessi alcuni lavori (infissi, bagni…), ma solo scale, rampe, ascensori e montascala. In più, l'accesso sarà limitato solo alle famiglie (niente aziende) e solo a quelle che rispettano requisiti stringenti.

Sì, potrà avere il contributo solo chi ha la 104 o redditi molto bassi. Come se la disabilità potesse essere legata solo a chi è disabile. Le associazioni di categoria non hanno capito il perché, e neanche gli imprenditori: molti di loro mi hanno contattata, arrabbiati. Non si può cambiare così la loro programmazione per lavori previsti per il 2024, a un giorno dalla fine dell'anno, quando molti hanno già firmato contratti. È la solita modalità di un governo che scrive ma non legge. Come ha fatto anche di recente con la legge sulla concorrenza.

Parla della proroga sui balneari, su cui è intervenuto anche il presidente Mattarella?

Anche, ma non solo. C'è il tema degli ambulanti, che sono stati considerati come soggetti alla direttiva Bolkestein, la norma europea sulla concorrenza. Un cambiamento che li svantaggia senza motivo. Anche su questo il presidente Mattarella ha detto che il Parlamento deve intervenire. Sono due casi diversi ma simili. I balneari sono una categoria che Giorgia Meloni ha promesso di difendere, quando era ovviamente impossibile. Gli ambulanti invece sono stati penalizzati. Un'altra categoria di elettorato che si è fidato, sbagliando, di un partito che li ha fregati.

Tornando al tema della disabilità, anche nella legge di bilancio c'è un taglio dei fondi, che secondo alcune stime vale fino a 400 milioni di euro.

In settori così sensibili, quando si taglia si riducono sempre dei diritti. È evidente che questo diritto non sta molto a cuore a questo governo. Ogni volta si tenta di fare tagli e taglietti, ma non è questo il settore su cui questo Paese deve fare dei risparmi. La spending review fatta sul sociale è una cosa che speravamo di non vedere. E anche su questo, la ministra Locatelli continua a non dir nulla. E lo stesso fa una forza di maggioranza che dice di volersi spendere molto sul sociale, come Fratelli d'Italia. Preferirei a questo punto che il governo dicesse: "La situazione è difficile, dobbiamo fare tutti dei sacrifici, e dovrà farli anche il mondo della disabilità". Sarebbe più sincero.

L'Ufficio parlamentare di bilancio ha segnalato che negli scorsi anni i soldi del Fondo per le politiche sulla disabilità sono stati usati in gran parte per fare altro. Nel 2022, ad esempio, per comprare vaccini, pagare straordinari legati al Covid o compensare il caro energia. Lei è stata viceministra all'Economia con Conte e Draghi, può confermare?

Negli scorsi anni ho provato a fare il mio. Aggiornando dopo vent'anni i costi standard per gli enti locali sulla spesa, ho distribuito milioni di euro ai Comuni in pianta stabile, non come bonus una tantum. Questo permetterà anche nei prossimi anni ai Comuni di avere nuove risorse, sempre crescenti, per le attività che riguardano il sociale: anziani, bambini e persone con disabilità.

Venerdì è stata nominata presidente di Sud chiama Nord, il partito fondato da Cateno De Luca. In vista delle prossime elezioni europee qual è il vostro obiettivo? Aumentare i consensi anche al di fuori della Sicilia?

Il presupposto è che Sud chiama Nord è la prima forza politica in Sicilia, che rientra nel collegio delle Isole. Con la forza che ha in questo territorio, il nostro partito può eleggere un europarlamentare. Questo è l'obiettivo. Che poi chiaramente deve convergere con un ‘accompagnatore', e ci stiamo lavorando con forze politiche alternative al governo.

Quali?

Rimaniamo con l'obiettivo di esprimere un europarlamentare, come la Sicilia ci chiede. Sulla base di questo, faremo le nostre valutazioni.

Lei si candiderà?

Nulla ancora è stato deciso, io sono a disposizione del partito. Appena verrà deciso il percorso delle europee verrà presa anche la decisione sulle candidature.

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