Governo si impegna a revocare il Cavalierato di Gran Croce al maresciallo Tito: ok a odg di Fdi
La commissione Cultura del Senato ha approvato ieri l'ordine del giorno per la revoca dell'onorificenza di Cavaliere di Gran Croce al maresciallo Tito. L'ordine del giorno di Fratelli d'Italia impegna il governo ad attivare la procedura di revoca al dittatore jugoslavo del Cavalierato di Gran Croce, l"onorificenza più alta conferita dallo Stato italiano, nella persona del Presidente della Repubblica in qualità di capo dell'Ordine al merito della Repubblica. Si tratta di una procedura attivabile anche nei confronti di persone defunte, qualora se ne fossero dimostrate indegne.
"La storica richiesta delle famiglie degli infoibati dei familiari delle associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati per revocare l'onorificenza conferita al dittatore jugoslavo Josip Broz Tito, ha finalmente trovato esito positivo attraverso l'approvazione di un ordine del giorno a mia prima firma, che impegna il governo ad attivare la procedura di revoca del cavalierato di gran croce, decorato di gran cordone, da parte del Presidente della Repubblica", ha dichiarato il senatore di Fratelli d'Italia Roberto Menia, primo firmatario dell'odg approvato in Commissione Cultura del Senato in sede redigente del ddl in materia di iniziative per la promozione della conoscenza della tragedia delle foibe e dell'esodo giuliano dalmata nelle giovani generazioni.
"L'ordine del giorno – ha spiegato il senatore di Fratelli d'Italia – accolto dal governo precisa che, a differenza di quanto fino ad oggi è accaduto, sarà possibile attuare anche nei confronti di persone defunte l'atto di revoca di onorificenza per chi se ne fosse dimostrato indegno. È sicuramente il caso di Tito, responsabile dello sterminio di migliaia di italiani nelle foibe, che fu prodromo dell'esodo di 350 milia istriani, fiumani e dalmati, oltre che del massacro di altre migliaia di oppositori nella ex Jugoslavia, fatto accertato dalle recenti ricerche in Slovenia che hanno attestato la presenza di 750 fosse comuni e almeno 100 mila assassinati". ‘
‘Bisogna ricordare, inoltre, che esistono altri casi simili di personaggi indegni che godono ancora di una onorificenza nella nostra Nazione, come il dittatore romeno Ceausescu e quello zairese Sese Seke Mobutu, anch'essi responsabili di crimini contro l'umanità. Un altro impegno mantenuto con coerenza e passione da Fratelli d'Italia', ha aggiunto il senatore Menia.
"Nessun riconoscimento per chi ha ucciso e perseguitato i nostri connazionali", ha scritto su Twitter Galeazzo Bignami (Fdi), viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti.
"Siamo soddisfatti dell'approvazione dell'ordine del giorno Menia, da parte del Senato, per la revoca da parte del Quirinale dell'onorificenza data a suo tempo al maresciallo Tito. Confidiamo nel nostro presidente Mattarella. Tito è stato il dittatore spietato di un comunismo terribile. Migliaia di italiani furono infoibati da lui e tra loro c'erano il fratello di Pierpaolo Pasolini, lo zio di Francesco De Gregori. Purtroppo abbiamo avuto anche altre cose, come l'accoglienza riservata a Ceausescu. Non giudichiamo oggi la Storia volgendo le spalle al passato ma l'onorificenza a Tito è una vergogna per la nostra nazione", ha detto Alfredo Antoniozzi, vicecapogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera.
"L’approvazione in Commissione Cultura al Senato dell’ordine del giorno per revocare l’onorificenza al dittatore Tito è frutto dell’impegno, convinto e costante, di Fratelli d’Italia. Mi congratulo con il senatore Roberto Menia, primo firmatario dell’odg, per questo successo che ci rende orgogliosi. Auspico che la mia proposta di legge su questa tematica, che ho presentato alla Camera dei Deputati, possa avere lo stesso esito positivo e che l’iter vada spedito fino alla sua approvazione. L’obiettivo della mia proposta di legge, che è anche quello di tutto il partito a cui appartengo, è di revocare il titolo di Cavaliere di gran croce dell’ordine al merito della Repubblica italiana a chiunque, anche se defunto, come il maresciallo Tito, si sia macchiato di crimini crudeli e contro l’umanità. È un atto di giustizia annullare questa onorificenza a Tito", si legge in una nota del presidente della Commissione Lavoro della Camera, Walter Rizzetto.