Governo, Renzi lancia un nuovo ultimatum a Conte: “Se le cose non cambiano ce ne andiamo”
Matteo Renzi, dopo l'incontro di ieri sera con Giuseppe Conte, passa la palla al presidente del Consiglio affermando che ora spetta a lui scegliere la strada: quella della crisi o quella del confronto e della risoluzione dei temi posti da Italia Viva. "Chiediamo una svolta sui contenuti. Se si pensa di continuare come si è fatto negli ultimi mesi Italia Viva saluta tutti e toglie il disturbo", afferma in un'intervista con il Corriere della Sera. E aggiunge: "Adesso tocca al premier dare risposte, risposte all'Italia prima che a Italia Viva".
Dopo giorni di polemiche, minacce di dimissioni da parte delle due ministre di Italia Viva, lo spettro di una crisi di governo nel pieno della seconda ondata, il faccia a faccia tra Conte e Renzi a Palazzo Chigi è durato poco più di mezz'ora. Italia Viva ha consegnato al presidente del Consiglio un documento contenente tutte le sue richieste e ora attende un riscontro. Dovranno seguire altri incontri di confronto, probabilmente con tutta la maggioranza. Questa sera comunque i renziani saranno al tavolo del Consiglio dei ministri.
"Facciamo sul serio, non stiamo cercando pretesti", continua Renzi al Corriere. E a chi lo accusa di irresponsabilità, visto il momento delicatissimo in cui ha deciso di lanciare ultimatum al governo, il leader di Italia Viva risponde: "Ormai non mi interessa più la figura che faccio. Dicono che sono un irresponsabile? Io so che sarebbe irresponsabile sprecare i soldi europei e tirare a campare anziché provare a cambiare". E se le cose non dovessero cambiare, ribadisce, "non restiamo al governo".
Quindi Renzi torna sulla questione del Mes, uno dei principali temi affrontati anche nella lunga lettera inviata dal senatore al presidente del Consiglio. "Se siamo il Paese che ha il numero più alto di morti dobbiamo dirci che servono più soldi per la sanità. Dire di no al Mes costa all'Italia 300 milioni di euro all'anno. Ma vi sembra logico questo arroccamento ideologico? Se avessimo chiesto il Mes a primavera oggi avremmo molte risorse in più".