Governo pone la fiducia sul decreto Aiuti: cosa c’è nel provvedimento su cui litiga la maggioranza
Il governo ha posto la fiducia sul decreto Aiuti, all'esame alla Camera. Nel frattempo continua la trattativa tra Movimento 5 stelle ed esecutivo su superbonus 110%, Reddito di cittadinanza e termovalorizzatore a Roma. Dopo la mediazione tra Giuseppe Conte e Draghi tutte le forze di maggioranza hanno concordato di concludere l'esame degli ordini del giorno domani e nello stesso giorno procedere al primo voto di fiducia, nonostante le proteste delle forze centriste (Italia Viva, Forza Italia e Insieme per il Futuro). Il leader del M5s ha spiegato che la formazione sceglierà come votare nelle prossime ore, dopo la riunione con i capigruppo di Camera e Senato.
L'approvazione finale del testo, che stanzia oltre 16 miliardi di euro a favore di famiglie e imprese per affrontare inflazione, caro-energia e caro-carburanti, è attesa per lunedì 11 luglio. Dì lì a cinque giorni, però, il decreto va convertito in legge. Il 16, infatti, i provvedimenti scadrebbero e verrebbero eliminati a monte, togliendo ad esempio a milioni di persone il tanto agognato bonus 200 euro. Per scongiurare questa evenienza, quindi, entro il 15 il testo andrà approvato senza emendamenti anche al Senato. Una corsa contro il tempo in cui la maggioranza tenta l'impresa di convincere tutte le sue anime e contemporaneamente non sforare la deadline.
Decreto Aiuti, tutti gli aiuti per famiglie e imprese
Il Decreto Aiuti, pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 17 maggio, prevede una serie di sostegni a famiglie e imprese per contrastare le emergenze economiche in atto, dovute al periodo di ripresa post- Covid e alla guerra in Ucraina. In tutto ci sono in campo 16,5 miliardi di euro. La misura più rilevante è il bonus da 200 euro una tantum contro l'inflazione e il caro-bolletta. Viene destinato ai cittadini con reddito fino a 35mila euro e, a seconda della categoria (disoccupato, pensionato, beneficiario del Reddito di cittadinanza, collaboratore, dipendente o autonomo), il contributo arriva tra questo mese e il prossimo ottobre. E ancora: ci sono gli sconti in bolletta, con l'estensione del bonus sociale al terzo trimestre per coprire tutti gli aumenti su gas e luce per le famiglie meno abbienti. Quindi sono stati introdotti una serie di crediti di imposta per il consumo energetico delle imprese, dal 10% al 25% a seconda del tipo di società e della quantità di gas ed energia elettrica utilizzati.
Poi ci sono un Fondo da 200 milioni di euro per il sostegno alle attività danneggiate dalla crisi in Ucraina e rifinanziamenti degli investimenti a favore della transizione 4.0. delle imprese. A questo si aggiungono: una stretta sul Reddito di cittadinanza, secondo cui le offerte congrue possono essere proposte direttamente dai datori di lavoro privati e il finanziamento per la costruzione di un termovalorizzatore a Roma per la gestione dell'emergenza rifiuti.
Perché il Movimento 5 stelle protesta sul Dl Aiuti
Proprio su questi ultimi due punti ha messo un punto il Movimento 5 stelle, con il presidente Giuseppe Conte che ha riferito a Draghi tutta l'insoddisfazione dei gruppi parlamentari. I grillini chiedono di stralciare la norma sul termovalorizzatore e di continuare a sostenere il Reddito di cittadinanza, senza norme che ne restringano l'accessibilità, ma anzi prevedendo misure che ne garantiscano un miglior funzionamento.
Infine il M5s chiede sbloccare i crediti e un nuovo finanziamento del bonus per far avviare nuovi lavori e non fermare la ripresa del settore edilizio. Intanto i fondi per il contributo necessario all'efficientamento energetico degli edifici sono finiti, perché sono stati impegnati tutti i soldi stanziati: risultano prenotati lavori per 33,7 miliardi su 33,3 stanziati fino al 2026. Non solo: le maggiori banche non accettano più i crediti d'imposta, perché hanno troppi titoli in pancia che non riescono a smaltire con le detrazioni annue.
Il governo Draghi rischia di cadere
L'incontro tra il premier Mario Draghi e il leader del M5s Giuseppe Conte è stato definito "positivo e collaborativo" da fonti di Palazzo Chigi. "In primo luogo – spiegano le stesse fonti – Conte ha confermato il sostegno del M5S al Governo; ha presentato poi una lettera, discussa dal Consiglio nazionale del M5S: molti dei temi sollevati si identificano in una linea di continuità con l'azione governativa". Nel Movimento prevale quindi la linea governista, ma il presidente grillino con il premier ha alzato il tiro chiedendo interventi il prima possibile per aumentare i salari e ridurre ancora l'impatto delle bollette gonfiate: quindi taglio del cuneo fiscale e ulteriori fondi contro i rincari. Infine si è chiesto all'esecutivo di schierarsi a favore del salario minimo, meglio se tramite una legge (altrimenti rafforzando la contrattazione collettiva dei sindacati). Su quest'ultimo punto le posizioni in maggioranza sono molto diverse.
Inoltre Conte nella lettera a Draghi ha chiesto una posizione diversa nel consesso internazionale: non essere più succubi delle decisioni altrui (leggasi: sull'invio di armi), ma rendere l'Italia maggiormente autonoma e protagonista. Anche qui le posizioni nell'esecutivo sono ben diverse, con la Lega che potrebbe fare da sponda ai grillini vista l'insoddisfazione interna (soprattutto nell'ala più radicale), mentre il resto della maggioranza è saldamente con Draghi e la linea di politica estera tenuta finora. Il governo, quindi, con queste forti tensioni rischia ancora di cadere: i prossimi 10 giorni saranno senza dubbio delicati.