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Governo pone fiducia su decreto Covid, deputati occupano banchi e lanciano fogli al ministro D’Incà

Il ministro D’Incà ha chiesto la fiducia alla Camera sul decreto Covid, scatenando la protesta dei deputati di Alternativa. I parlamentari hanno occupato i banchi del governo e colpito in testa il rappresentante dell’esecutivo con il lancio fogli.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Alla Camera dei deputati approda il decreto Covid del 7 gennaio scorso. Quello, per capirci, che introduce l'obbligo vaccinale contro il Covid per gli over 50, cambia le regole nelle scuole e non solo. Prende la parola il ministro per i Rapporti con il Parlamento, il pentastellato Federico D'Incà, che deve porre la questione di fiducia, in modo da escludere la presentazione di emendamenti da parte dell'Aula. A quel punto, però, scatta la contestazione da parte di un gruppo di deputati, che occupa fisicamente i banchi del governo e comincia a lanciare dei fogli di carta in testa al ministro, mentre i commessi cercano di fermarli invano.

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Si tratta dei parlamentari di Alternativa, gruppo nato tra i dissidenti grillini dopo la formazione del governo Draghi. I deputati contestano da mesi le decisioni del governo su green pass e non solo, ma soprattutto protestano contro la pratica di ricorrere spesso alla questione di fiducia. Il governo utilizza questo metodo per accelerare l'approvazione dei decreti legge, che spesso hanno tempi contingentati (soprattutto quelli relativi al Covid). In questo modo, però, la discussione a livello parlamentare viene senz'altro ridotta.

Quando il ministro, a cui viene data la parola dal presidente di turno dell'Aula, comincia a parlare al microfono ponendo la questione di fiducia sull'approvazione del decreto così com'è, senza emendamenti e subemendamenti, i parlamentari – posizionati sui banchi del governo, dove comunque non sarebbero potuti essere – cominciano a lanciare fogli di carta verso D'Incà. Il ministro viene colpito ripetutamente, anche in testa, ma continua a leggere. Appena il rappresentante del governo finisce di leggere la formula, il presidente sospende la seduta e convoca la conferenza dei capigruppo, tra le urla dei parlamentari in protesta.

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