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Governo: per andare in pensione prima “prestito” da restituire con gli interessi

L’anticipazione della proposta del Governo, ora al vaglio dei sindacati, per quel che concerne la flessibilità in ufficio.
A cura di Redazione
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C’era grande attesa per l’incontro di oggi fra i rappresentanti del Governo, con il ministro Poletti e il sottosegretario Nannicini, e quelli dei sindacati, fra cui i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo. Sul tavolo, la questione della riforma delle pensioni, con il “ragionamento avviato” sulla cosiddetta flessibilità in uscita dal mercato del lavoro.

A quanto si apprende in queste ore, il Governo avrebbe rilanciato la proposta del cosiddetto “prestito pensionistico”, collegandola alla possibilità di andare in pensione prima senza penalizzazione diretta sull’assegno. In sostanza, chi sceglie la pensione anticipata si troverebbe a dover restituire il “prestito” a rate (fino a un massimo di 20 anni) e pagando anche i relativi interessi. Come spiega il Corsera, poi, “ci sarebbe un costo diverso per chi perde il lavoro prima di raggiungere i requisiti per l’accesso alla pensione e per chi decide di lasciare spontaneamente l’impiego”. Sempre Nannicini ha indicato le tappe della proposta: "L’anticipo pensionistico allo studio del governo riguarderà l'anno prossimo i nati negli anni '51-53 per coinvolgere negli anni successivi (2018 e 2019) i lavoratori nati fino al 1955”.

Per quanto riguarda il prestito, sarebbero coinvolte banche e assicurazioni, in considerazione del fatto che, come avrebbe spiegato Nannicini, “la flessibilità in uscita dal mercato del lavoro costerebbe dieci miliardi di euro l'anno, troppo per le casse dello Stato” e occorre rispettare i vincoli di bilancio. In pratica, chi volesse andare prima in pensione si rivolgerà all'Inps che si interfaccerà con gli istituti finanziari per l'anticipo del capitale necessario. Il beneficiario restituirà il prestito con delle rate che saranno scalate dalla pensione e parzialmente compensate da specifiche detrazioni. In ogni caso, l'istituto di credito non potrà rivalersi sugli eredi.

A quanto si apprende in queste ore, i sindacati starebbero valutando la proposta del Governo, in particolare per quel che concerne il calcolo degli interessi. La Furlan ha parlato di "confronto vero e clima positivo", mentre la Camusso ha sottolineato come la nota positiva sia data dall'assenza delle penalizzazioni.

Il ministro Poletti ha invece spiegato in conferenza stampa quali saranno i prossimi passi del Governo e quale la ratio del provvedimento:

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