Governo Monti a rischio, Berlusconi spinge per un Esecutivo Dini e il Pdl si spacca
Fermi tutti, tutto da rifare. Mario Monti non sarà il nuovo presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi vuole scegliere personalmente chi sarà il suo successore a Palazzo Chigi. A mercati chiusi, i giochi si riaprono e la partita – che sembrava finita dopo il vertice notturno tra Monti e Napolitano – è ancora tutta da giocare. Il pdl è spaccato tra chi sostiene il possibile Esecutivo guidato dall'uomo di Goldman Sachs e chi vorrebbe elezioni subito. Entra a gamba tesa Umberto Bossi, che minaccia di passare all'Opposizione e che rimarrebbe in Maggioranza soltanto nel caso di un governo guidato – nuovamente – da Lamberto Dini.
Si susseguono estenuanti le riunioni a Palazzo Chigi, Berlusconi riceve il ministro Franco Frattini, il delfino Angelino Alfano e l'uomo-ombra, Gianni Letta. Il Cavaliere ci ha ripensato: “Domani dopo le dimissioni, faremo nostra proposta…”. Qualcuno crede che sia soltanto un modo per tirare sul prezzo e strappare qualche concessione in più, magari un ruolo per sé nel nuovo Esecutivo. Dato certo è che il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, negli ultimi giorni si è esposto alle istituzioni internazionale presentando la prospettiva di un nuovo Governo Monti. Telefonate a ripetizione con i grandi leader: Barack Obama, Nicolas Sarkozy e Angela Merkel, tutti hanno voluto rassicurazioni sulla tenuta nel nuovo Esecutivo.
Si teme il “colpo di coda” di Silvio Berlusconi, disposto a vendere cara la pelle prima delle proprie dimissioni. Frange del Pdl e della Lega son già sul piede di guerra. Trattasi di guerra civile, combattuta tra gli ex-AN e i moderati di Forza Italia, ma anche con i fratelli padani che non ne vogliono sapere di entrare in una maggioranza nella quale potrebbero sedere anche esponenti del Pd.
La stampa parla di stallo istituzionale. Il Cavaliere non può o non vuole mettere d'accordo le forze in campo, fatto sta che al Quirinale la decisione sembra essere già presa: anche se Berlusconi dovesse essere contrario, Napolitano darà l'incarico a Monti di formare un nuovo Esecutivo. L'ipotesi, però, che il nuovo presidente del Consiglio possa essere Lamberto Dini – sostenuto dalla Lega e da parti del Pdl – prende consistenza man mano che passano le ore.
L'incertezza regna sovrana, anche perché a sinistra l'Idv ha promesso soltanto un appoggio sugli atti di governo e non per il voto di fiducia in Parlamento necessario al Governo Monti per prendere in mano le redini del paese. Qualora non ci fosse accordo al Senato o alla Camera, si aprirebbe la strada delle elezioni anticipate che esporrebbero l'Italia alla speculazione finanziaria internazionale. Una vera batosta, dopo che oggi – con l'avvicinarsi delle dimissioni di Berlusconi – la Borsa di Piazza Affari ha ripreso quota chiudendo in positivo e lo spread tra i btp e i bund tedeschi si è ridotto sotto quota 500, scongiurando il rischio di default per l'Italia.
Sarà cruciale l'ufficio di presidenza del Pdl che si terrà oggi, ulteriore occasione di manovre e accordi. C'è chi dice che il partito potrebbe scomparire presto, altri premono perché sia Angelino Alfano il nuovo presidente del Consiglio. Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, si è detto indisponibile a entrare in un Esecutivo di emergenza di cui facciano parte anche parlamentari del centro-sinistra. Inoltre, ha sostenuto che anche Lamberto Dini è un nome degno per la candidatura a presidente del Consiglio. Più riconcilianti è il ministro Rotondi, secondo cui il partito del Popolo della Libertà non si dissolverà dopo l'uscita di scena di Silvio Berlusconi: “si deve trovare un'altra soluzione” dice, rifiutando l'ipotesi di un Governo Monti.
Sul piede di guerra anche il ministro Maurizio Sacconi, che assicura la fedeltà del Pdl alla Lega Nord: “manterremo un coordinamento di comportamenti con la Lega Nord, anche perché l'alleanza tra il Popolo della Libertà e la Lega è strategica e credo che debba essere mantenuta anche alla luce del confronto elettorale che prima o poi arriverà”. Intanto, Silvio Berlusconi punta a ricompattare la coalizione di Governo con il reintegro dei profughi dell'Udc – dopo la defezione di Grabriella “Escariota” Carlucci passata al partito di Pier Ferdinando Casini. Una cosa è certa, il Cavaliere non mollerà la poltrona senza avere una ricompensa adeguata.