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Crisi di Governo 2022

Governo in carica per affari correnti dopo le dimissioni di Draghi: cosa significa

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha preso atto delle dimissioni presentate dal premier Mario Draghi: da questo momento il governo resta in carica per gli affari correnti. Ma cosa significa questa formula?
A cura di Annalisa Cangemi
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Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha preso atto formalmente delle dimissioni del presidente del Consiglio Mario Draghi, che erano state presentate esattamente una settimana fa. Pur avendo ottenuto ieri la fiducia al Senato sulla risoluzione presentata dal senatore Casini il premier ha deciso di rassegnare le dimissioni nelle mani del Capo dello Stato, avendo perso di fatto l'appoggio di ben tre forze politiche sella sua maggioranza, Lega, Forza Italia e M5s, che ieri non hanno partecipato al voto. La crisi politica ormai è aperta, ed era inevitabile, visto che i voti a favore di Draghi a Palazzo Madama sono stati appena 95. Ora il Presidente Mattarella non potrà far altro che sciogliere le Camere e indire nuove elezioni, che presumibilmente si terranno a ottobre, per la prima volta nella storia repubblicana. La Costituzione prevede infatti che si vada alle urne 70 giorni dopo il decreto di scioglimento.

Dal Quirinale è stata emanata una nota: "Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto questa mattina al Palazzo del Quirinale il Presidente del Consiglio dei Ministri, Prof. Mario Draghi, il quale, dopo aver riferito in merito alla discussione e al voto di ieri presso il Senato, ha reiterato le dimissioni sue e del Governo da lui presieduto. Il Presidente della Repubblica ne ha preso atto. Il Governo rimane in carica per il disbrigo degli affari correnti". Ma cosa si intende esattamente per "affari correnti"? Una definizione precisa che delimiti il perimetro delle competenze e dei poteri di un premier dimissionario non c'è. Non si tratta infatti di una formula presente nella nostra Costituzione.

Cosa significa disbrigo degli affari correnti

Sarà una direttiva della Presidenza del Consiglio dei ministri, come è consuetudine, probabilmente tramite un dpcm, a specificare quale sarà l'ambito entro cui si muoverà il presidente del Consiglio dimissionario. Anche perché in questo caso formalmente Draghi non è stato nemmeno battuto in Aula, e dunque non ha ricevuto tecnicamente un voto di sfiducia dal Parlamento, in cui ha ancora la maggioranza. Il governo Draghi potrà continuare a emanare decreti leggi, viste le condizioni di emergenza dettate dalla crisi energetica e pandemica, e dal caro prezzi aggravato dalla guerra in Ucraina, e potrà continuare ad adottare i decreti legislativi di attuazione delle leggi delega del Pnrr.

Cosa non potrà fare il governo Draghi dopo le dimissioni

Il governo Draghi, da dimissionario, non potrà invece esaminare nuovi disegni di legge, a meno che non vi siano chiari obblighi internazionali. Non potrà approvare decreti legislativi, a meno che non siano in scadenza. Non potrà adottare nuovi regolamenti ministeriali o governativi, a meno che non vi siano obblighi internazionali o di legge, o a meno che non siano necessari per il funzionamento della macchina amministrativa o per l'attuazione di riforme già approvate dal Parlamento. Infine Draghi non potrà fare nomine, a meno che queste non siano vincolate da scadenze indicate da leggi o regolamenti, oppure a meno che non siano rimandabili fino all'entrata in carica del nuovo esecutivo.

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