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Governo, il sottosegretario Gentile si dimette dopo il caso del giornale censurato

Il sottosegretario era “accusato” di aver bloccato l’uscita di un giornale contenente la notizia di indagini nei confronti del figlio.
A cura di Redazione
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UPDATE ORE 20.00 – Antonio Gentile, sottosegretario di Stato al ministero dei trasporti, ha rassegnato le dimissioni. Come detto, precedentemente, Gentile era da giorni al centro delle polemiche per le pressioni che avrebbe esercitato sul quotidiano calabrese “l’Ora della Calabria” perché non venisse evitata la pubblicazione la notizia di un indagine che ha coinvolto suo figlio. Va precisato che Gentile non è indagato nell'inchiesta sulle presunte pressioni a l'Ora della Calabria. A riferirlo è il procuratore, Dario Granieri.

Le polemiche sul comportamento del senatore del Nuovo Centrodestra Antonio Gentile risalgono a qualche settimana fa, quando il Movimento 5 Stelle, per bocca dell'ex capogruppo Nicola Morra, riprese e portò nell'Aula di palazzo Madama la notizia data da alcuni quotidiani locali secondo cui il futuro sottosegretario ai Trasporti avrebbe fatto pressioni sul quotidiano L'Ora della Calabria affinché non pubblicasse la notizia di una indagine a carico del figlio, accusato di abuso d'ufficio, falso ideologico e associazione a delinquere nell'ambito del caso Azienda sanitaria provinciale di Cosenza. La questione partiva dalla denuncia del direttore del quotidiano calabrese Luciano Regola, che sottolineava anche come "misteriosamente", dopo il suo rifiuto di non pubblicare la notizia si fossero rotte le rotative: una coincidenza giudicata "intollerabile e ingiusta" dal direttore che ora aspetta la convocazione da parte della Procura di Cosenza.

Nel frattempo però Matteo Renzi ha pensato bene di nominare Gentile sottosegretario al Dicastero guidato da Maurizio Lupi, malgrado le forti polemiche provenienti non solo dall'opposizione, ma anche dallo stesso Partito Democratico, che ora spinge affinché il senatore del Nuovo Centrodestra rassegni le dimissioni. Secco ad esempio il giudizio di Rosy Bindi, secondo cui, "Gentile non può certo rimanere nell'esecutivo". Ad opporsi ad un passo indietro di Gentile sono però i suoi stessi colleghi alfaniani, con in prima linea Schifani che avverte: "Sul sottosegretario Gentile non abbiamo intenzione di accettare patenti di indegnità o di prestare il fianco a polemiche infondate". Sulla stessa linea Cicchitto, che ribadisce come gentile non sia indagato: "Il senatore Gentile nel merito ha fatto una querela e offre una ricostruzione dei fatti di segno totalmente opposto dalla quale non risulta in alcun modo che egli abbia direttamente o indirettamente leso la libertà di stampa. Contro di lui c'è quindi uno scatenamento immotivato del tutto pretestuoso, determinato solamente da speculazioni di basso conio".

Poi ha parlato lo stesso Gentile: "Mai chiesto di bloccare notizie su mio figlio. Contro di me accuse infamanti, la macchina del fango partita dalla mia regione ha contaminato anche i grandi giornali. Credo alla loro buonafede e per questo, ritengo doveroso fare chiarezza sulle ingiuste e infamanti accuse di cui sono vittima da 10 giorni".

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