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Governo, Di Maio: “No a rimpasti, non esistono altre maggioranze e con crisi si andrebbe al voto”

Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, sul tema della crisi di governo avverte: “Alcuni continuano a parlare di rimpasto, ma quando si apre una crisi si sa come inizia, ma non si può sapere come finirà. E l’esito potrebbe essere quello di andare al voto”. Per l’esponente del M5s “qualsiasi azione per provare a rimuovere Giuseppe Conte porterebbe alle urne”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Nessun rimpasto, nessuna maggioranza alternativa, ma solo il voto. In caso di crisi di governo, secondo il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, di possibilità ce ne sarebbero poche. In un’intervista al Fatto Quotidiano Di Maio dice chiaramente: “Alcuni continuano a parlare di rimpasto, ma quando si apre una crisi si sa come inizia, ma non si può sapere come finirà. E l'esito potrebbe essere quello di andare al voto”. L’esponente del Movimento 5 Stelle sembra opporsi soprattutto all’ipotesi di un rimpasto: “Sento parlare di rimpasto controllato, ma non c'è nulla di controllato quando si aprono processi del genere. Qualsiasi azione per provare a rimuovere Giuseppe Conte porterebbe alle urne”. In ogni caso qualche segnale positivo nelle ultime ore sembra essere arrivato: “Ho notato che nelle ultime ore Italia Viva sta usando toni diversi, responsabili. E comunque non vedo maggioranze diverse”.

Sulla questione della task force per la gestione del Recovery plan, Di Maio afferma che il presidente del Consiglio “è stato chiaro sin dall'inizio con noi: ‘questa è solo una bozza di cui discutere'. Ha subito aperto al confronto”. Secondo il titolare della Farnesina “i ministeri vanno coinvolti direttamente, perché sono quelli che conoscono meglio i dossier. La ‘macchina' non deve avere la sensazione che la cabina di regia sia composta da invasori che non vogliono coinvolgerla nella gestione del Recovery Fund”.

Di Maio parla anche delle elezioni comunali del prossimo anno, a partire da quelle di Roma: “Sosteniamo sicuramente Raggi, e poi siamo gli unici ad avere un candidato in campo nella Capitale. Dove ci sono le condizioni, confrontandoci con i territori, è importante fare squadra. Però le scorse amministrative insegnano che quando andiamo uniti vinciamo”. Infine, su Giuseppe Conte il ministro degli Esteri conclude: “Per noi del Movimento è senza dubbio una figura di riferimento”.

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