Governo all’attacco dei giudici dopo l’ordinanza che smaschera il progetto Albania: “Ci mettono bastoni fra le ruote”
La bocciatura dell'accordo Italia-Albania da parte del tribunale di Roma, che non ha convalidato il trattenimento dei migranti che si trovavano da due giorni nei centri albanesi, fa infuriare Giorgia Meloni.
"È molto difficile lavorare e cercare di dare risposte a questa nazione quando si ha anche l'opposizione di una parte di quelle istituzioni che dovrebbero aiutarti a rispondere ai problemi di questa nazione. Penso che la decisione dei giudici di Roma sia una decisione pregiudiziale", ha detto nel corso di un punto stampa a Beirut, commentando la decisione del tribunale di Roma di non convalidare i provvedimenti di trattenimento dei 12 migranti portati nelle strutture albanesi, che già domani partiranno per Bari. La prefettura del capoluogo pugliese ha avviato già tutte le procedure necessarie: dopo l'attracco i migranti saranno trasportati in uno o più centri di accoglienza del Barese.
"Lo dimostra il fatto – ha argomentato la premier – che alcuni di questi giudici avevano criticato l'accordo con l'Albania ancora prima di entrare nel merito. Temo che debba anche colpire il fatto che questa decisione dei giudici è stata anticipata ieri da alcuni esponenti del Partito Democratico. Dopodiché la questione non è l'Albania, la questione è molto più ampia, perché in buona sostanza quello che i giudici dicono è che non esistono Paesi sicuri. Quindi comunico ufficialmente che il problema non c'è in Albania. Il problema è che nessuno potrà essere mai più rimpatriato. Il problema è che tu non puoi respingere la gente. Il problema è che tu non puoi fare nessuna politica di difesa dei tuoi confini. E quindi spero che mi si dica anche poi come si risolve. Spero che mi si dica poi come si gestisce l'ordine pubblico, chi pagherà per i miliardi di accoglienza che ci dovremo caricare e spero che mi si trovino anche delle soluzioni perché io sono quella che poi deve trovare le soluzioni e infatti troverò una soluzione anche a questo problema", ha detto, annunciando di aver convocato per lunedì prossimo un Consiglio dei ministri.
"Ho convocato il Cdm – ha precisato Meloni – per approvare delle norme per superare questo ostacolo perché penso che non spetti alla magistratura dire quali sono i Paesi sicuri ma al governo".
"Troverò una soluzione anche a questo problema. Perderemo ancora del tempo ma ho convocato il Consiglio dei ministri lunedì anche per risolvere questo problema – ha ribadito – perché intendo andare avanti. Gli italiani mi hanno chiesto di fermare l'immigrazione illegale e io farò del mio meglio per limitare l'immigrazione illegale di massa", ha aggiunto. "Mi dispiace – ha precisato – che in un momento nel quale tutta l'Europa guarda con interesse a qualcosa che sta facendo l'Italia, noi tentiamo come sempre di metterci da soli i bastoni tra le ruote, ma è un tema che si risolverà presto".
Meloni non spiega però come intende aggirare le norme europee, e in particolare la sentenza della Corte di Giustizia Ue, che lo scorso 4 ottobre ha stabilito nuovi criteri per definire un Paese ‘sicuro'. Se un Paese non possiede questo requisito di fatto il Protocollo Italia-Albania decade, perché il presupposto per applicare la procedura accelerata di frontiera è che il migrante sia un uomo adulto, sano, non vulnerabile, e originario appunto di un Paese ‘sicuro'. In questo caso i migranti deportati in Albania provengono da Egitto e Bangladesh, due Paesi in cui non è garantito il rispetto dei diritti umani.
Il governo sfida i magistrati
A questo punto si apre un nuovo scontro tra governo e magistrati. E il ministro dell'Interno Piantedosi ha già annunciato che intende impugnare la decisione dei giudici: "Noi la battaglia la faremo all'interno dei meccanismi giudiziari, affermeremo la nostra visione in punto di diritto internazionale, europeo e nazionale ricorreremo fino alla Cassazione".
"Proprio nel giorno dell'udienza del processo Open Arms contro Matteo Salvini, l'ordinanza che non convalida il trattenimento degli immigrati in Albania è particolarmente inaccettabile e grave. I giudici pro-immigrati si candidino alle elezioni, ma sappiano che non ci faremo intimidire", si legge in una nota della Lega.
Il ministro degli Esteri Tajani ha risposto alla leader dell'opposizione Elly Schlein: "La separazione dei poteri è uno dei principi giuridici fondamentali dello Stato di diritto. Regalerò ad Elly Schlein l'opera omnia di Montesquieu", ha scritto su X il leader di Forza Italia, che nel pomeriggio si era rivolto direttamente ai giudici di Roma, contestando l'ordinanza e dicendo che il potere giudiziario non deve "impedire all'esecutivo di poter fare il proprio lavoro".
La segretaria dem lo aveva attaccato direttamente, nel corso della replica in occasione della Direzione nazionale del Pd: "Il finto moderato Tajani dice, ai giudici, ‘non impediscano al governo di lavorare'. Le leggi valgono per tutti, soprattutto per il governo. Nessuno è al di sopra delle leggi, quella era la monarchia assoluta. Questo governo può prendersela solo con se stesso".
Cosa dicono i giudici di Roma nell'ordinanza sui migranti portati in Albania
Per i giudici della sezione "il diniego della convalida dei trattenimenti nelle strutture ed aree albanesi, equiparate alle zone di frontiera o di transito italiane, è dovuto all’ impossibilità di riconoscere come ‘paesi sicuri' gli Stati di provenienza delle persone trattenute, con la conseguenza dell’inapplicabilità della procedura di frontiera e, come previsto dal Protocollo, del trasferimento al di fuori del territorio albanese delle persone migranti, che hanno quindi diritto ad essere condotte in Italia".