"Verità per Genova ma non ancora per Napoli": Magistratura Democratica lancia l'allarme sul processo per le violenze avvenute nel marzo 2001 alla caserma di polizia "Virgilio Raniero" di Napoli, subito dopo la manifestazione di movimenti, studenti e associazioni contro il "Global Forum" sull’e-government, evento che vedeva riuniti ministri e premier di vari Stati all'ombra del Vesuvio.
Quel giorno, il 17 marzo 2011, dopo i tafferugli e le cariche con un la testa del corteo che voleva accedere alla zona rossa, ovvero a Palazzo Reale in piazza Plebiscito, sede del summit, ci fu un vero e proprio rastrellamento di polizia e carabinieri che chiusero la vasta area di piazza Municipio e pestarono molti attivisti e manifestanti disarmanti e innocui, come dimostrato da filmati e fotografie. Picchiati anche giornalisti.
Molti fermati, portati nella caserma ‘Raniero' furono selvaggiamente picchiati. Tant'è che molti definiscono la vicenda del Global Forum una anticipazione di ciò che sarebbe poi accaduto a Genova col G8 e le violenze alla scuola ‘Diaz'. In primo grado dieci poliziotti sono stati condannati per alcuni è scattata la prescrizione. Ma mentre per Genova c'è una verità sancita dal terzo grado, la Corte di Cassazione, per Napoli le cose sono andate diversamente: "A distanza di due anni e mezzo dalla decisione di primo grado, anch’essa giunta dopo molti anni dai fatti" spiega MD.
"Nella sentenza – scrive Magistratura Democratica – si riteneva sussistente il reato di sequestro di persona a carico dei funzionari e così si descriveva l’episodio : All’interno della caserma “Virgilio” si è creata una sospensione delle garanzie costituzionali poste a presidio della libertà personale del singolo, in cui, in assenza di ogni giustificazione, gli imputati hanno consapevolmente privato della loro libertà personale, con le inaccettabili modalità operative descritte in precedenza, tutti i giovani che vi sono stati trattenuti contro la loro volontà sino a quando non si conclusero le operazioni di fotosegnalamento". Tuttavia su questa vicenda si è ancora pronunziata la Corte d’Appello territoriale
"L’esecutivo napoletano di Magistratura Democratica sente il dovere di evidenziare che la mancanza di verità sui fatti posti in essere da chi rappresenta le istituzioni è sempre un passo indietro per la democrazia, perché incrina la fiducia dei cittadini in una giustizia uguale per tutti".