Gli Ospedali psichiatrici giudiziari chiudono definitivamente. Lorenzin: “Giornata storica”
Il commissariamento è finito e stavolta sembra che la stagione degli Ospedali psichiatrici giudiziari sia destinata a chiudersi per sempre. Ad annunciarlo è stata la ministra per la Salute, Beatrice Lorenzin, al termine di un incontro per fare il punto sulla situazione degli Opg, insieme a Franco Corleone, commissario unico nominato dal Governo per la chiusura di queste strutture. "Oggi è una giornata storica perché siamo arrivati al raggiungimento di questo fondamentale obiettivo che è il superamento definitivo degli Ospedali psichiatrici giudiziari, ormai realizzato in tutta Italia: abbiamo infatti ancora solo sei pazienti che saranno trasferiti a giorni dall'ultimo Opg rimasto che è quello di Barcellona Pozzo di Gotto in Sicilia", ha detto Lorenzin, spiegando che "possiamo dire che il lavoro del commissariamento è finito e che siamo riusciti a realizzare questo grande traguardo, nei diritti umani e nel percorso della salute mentale".
In tutto sono stati chiusi sei Opg in tutta Italia, per un totale di 1.500 pazienti. Al momento nelle regioni sono attive trenta Rems – Residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza, che sostituiscono gli Opg. A regime ce ne saranno trentadue. Queste strutture hanno iniziato a funzionare in modo scaglionato dal 2015, e secondo la ministra presentano "situazioni interessanti" che dimostrano come "funzionino anche per l'integrazione delle persone col territorio". Inoltre, ha aggiunto ancora Lorenzin, "abbiamo deciso di continuare a mantenere attiva una cabina di regia e di monitoraggio della riforma ed eventualmente anche di procedere successivamente con dei passi che riguardano più aspetti attinenti alla Giustizia che alla Sanità".
Secondo Corleone, "oggi i risultati sono straordinari perchè in pochi mesi abbiamo aperto tutte le Rems già pronte e sono finalmente chiusi gli Opg: nelle Rems oggi in Italia ci sono 604 posti e 569 pazienti presenti, dei quali 350 con una misura definitiva e 215 con una misura provvisoria". Il commissario del governo – il cui mandato scade proprio oggi – ha spiegato che "la legge Basaglia e la chiusura del manicomio civile è stato un passo fondamentale ma era rimasto scoperto ancora il buco nero dell'Opg o manicomio criminale. Con la legge 81 si è affrontata anche questa questione molto difficile e si è trovata una soluzione senza affrontare il problema del codice penale e della questione dell'imputabilità". Ma, ha aggiunto, il dato "importante che dimostra il funzionamento delle Rems è dato dal fatto che nel periodo di funzionamento delle Rems, a partire da aprile 2015, vi sono stati 950 ingressi e 415 dimissioni, il che vuol dire che le Rems lavorano in coordinamento con i Dipartimenti di salute mentale Dsm e dunque le persone sono state inoltrate sul territorio in strutture diverse: alcune sono in libertà e alcune in altre strutture territoriali". Questa è la "dimostrazione che le Rems hanno messo anche in moto un rapporto con i Dsm molto significativo". Le Rems, ha concluso Corleone, "funzionano perchè hanno personale e molto motivato e vi sono i pilastri della territorialità e del numero chiuso dei pazienti"; inoltre "la pratica della contenzione meccanica non è più utilizzata tranne che a Castiglione delle Stiviere, anche per le sue dimensioni di oltre 120 ospiti".
Il comitato StopOpg, che da tempo si batte per la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari, ha parlato di "evento storico per l'Italia", che conferma "dopo la chiusura dei manicomi decisa con la riforma Basaglia, di essere all’avanguardia nella legislazione per il diritto delle persone alla tutela della salute mentale". Con la definitiva chiusura degli Opg, si legge in una nota, "possiamo aprire una nuova fase, assegnando alle Rems un ruolo utile ma residuale, e puntando decisamente al potenziamento dei servizi di salute mentale e del welfare locale, costruendo così concrete alternative alla logica manicomiale, per affermare il diritto alla salute mentale e alla piena e responsabile cittadinanza per tutte le persone, senza distinzione, come vuole la nostra Costituzione".