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Gli italiani rinunciano a carne, cereali e vino e in favore di cibo etnico e sostenibile

Secondo l’ultimo rapporto Coop diramato, i consumi degli italiani sarebbero mutati nel corso dell’ultimo anno: il cibo etnico segna un +8%, trascinati dall’aumento degli acquisti di zenzero e curcuma. In calo netto i consumi di vino, carne e cereali.
A cura di C. M.
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cibo cenone capodanno

Nel 2016 i consumi degli italiani cresceranno dell'1,1%, più del prodotto interno lordo, che l'Istat prevede si attesterà intorno allo 0,6% per quest'anno. Non solo, i consumi cresceranno, ma il Rapporto Coop sulla vita quotidiana degli italiani sostiene che nel corso di questi ultimi mesi, l'approccio dei cittadini sia cambiato molto, modificando stili di vita che per molti anni sono stati ritenuti consolidati e difficilmente mutabili. Sempre secondo il rapporto, la crescita dei consumi – quasi doppia rispetto al Pil – sarebbe "drogata" da una serie di fattori "irripetibili", tra cui alcune misure del governo Renzi, concessioni europee, la caduta dell'inflazione e del prezzo del petrolio.

Il rapporto inoltre evidenzia una crescita esponenziale del consumo di cibo etnico, che arriva a toccare un aumento pari a 8 punti percentuali nel 2016, trascinato dal boom del consumo di zenzero (+141%) e curcuma, che segna +93%. Crescono inoltre i consumi di integratori alimentari del +7,7% per un totale di spesa pari a 2,5 miliardi l'anno, la quota maggiore di tutta l'Europa. Di contro cala il consumo di carne, -13% nel corso degli ultimi 6 anni, di vino, cereali – pane e pasta – apportando quindi una netta modificazione di quella universalmente conosciuta con il nome di dieta mediterranea che, come evidenziato all'inizio, subisce una netta trasformazione. "I cibi sono sempre più light (nella top ten lo zucchero di canna domina rispetto a quello raffinato così come il latte a alta digeribilità), i prodotti ‘senza' (senza sale, senza glutine, senza lattosio) crescono (+ 5,7% nel primo semestre) e si afferma lo stile alimentare "clean'".

rapporto coop

Gli italiani, però, risultano essere anche i più magri d’Europa (20 milioni di concittadini praticano uno sport e altri 16 milioni sono invece "sedentari in movimento", ovvero praticano uno sport fai-da-te), considerano l’ambiente un bene primario e ricercano la sostenibilità quando fanno la spesa: il rapporto infatti evidenzia che gli italiani sono i "più attenti alle etichette, primi per raccolta differenziata e più dell’80% considera immorale vestirsi con pelli, pellicce e piume".

L'economia italiana, dunque, si sta muovendo, un po' a rilento, ma solo in alcuni ambiti. Dal rapporto infatti si evince che la situazione relativa agli investimenti delle imprese e a quella dei risparmi delle famiglie non sarebbe poi così rosea:  si sono persi 77 miliardi di investimenti e i risparmi delle famiglie ammontano a 3 punti percentuali in meno rispetto all'anno 2007.

Non solo, a pagare lo scotto della crisi sono soprattutto i giovani: il rapporto Coop infatti evidenzia l'aumento della cosiddetta disuguaglianza generazionale a livello economico: gli over 65 risultano avere una ricchezza finanziaria media di 154mila euro, quasi otto volte tanto quello di un comune under 35, che non arriva a sorpassare la soglia dei 18mila euro. "Figli della recessione, si diversificano rispetto agli altri europei e conquistano spesso posti in cima alle graduatorie (non sempre però si tratta di primati invidiabili). I nuovi italiani sono certamente più vecchi e più soli, più poveri e disuguali, ma sono diventati anche più green e smart, più clean e healthy", si legge nel rapporto. Un grosso aiuto arriva dalla cosiddetta sharing economy, ovvero i servizi come Uber, Airbnb, Spotify, hanno permesso un risparmio ammontante a 1.400 euro annui per nucleo famigliare.

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