Gli italiani favorevoli al ddl Zan, tra loro anche molti cattolici ed elettori di centrodestra
La maggior parte degli italiani è favorevole al disegno di legge Zan, che nelle ultime settimane ha diviso la politica e scatenato un acceso dibattito interno. È quanto emerge da un sondaggio di Nando Pagnoncelli pubblicato sul Corriere della Sera, che indaga le opinioni dei cittadini in merito al ddl Zan e le questioni principali su cui si sono accese le polemiche tra le forze politiche. Vediamo che cosa ci dice il sondaggio.
Per il 37% degli italiani il disegno di legge a prima firma Alessandro Zan è prioritario. Il 14%, invece, pur dicendosi d'accordo, non lo considera un tema di importanza fondamentale. C'è poi un 13% che ritiene che il testo, almeno in parte, vada modificato e che non lo approverebbe così com'è. E infine, il 10% è nettamente contrario. Va anche tenuto in considerazione un 26% di intervistati che non ha ancora formulato un giudizio in merito. In effetti pochi affermano di essersi informati approfonditamente sui contenuti del ddl contro l'omotransfobia e di essersi interessati con attenzione il confronto tra le diverse forze politiche. Il 38% afferma di aver seguito abbastanza la questione, ma un altro 38% ne ha solo sentito parlare e il 10% ignora il tema.
Ad ogni modo, le opinioni sul ddl Zan cambiano a seconda dell'orientamento di voto. Come è prevedibile gli elettori del centrosinistra e quelli del Movimento Cinque Stelle sono più favorevoli, ma il sondaggio registra anche una quota abbastanza importante di elettori del centrodestra favorevoli. Si tratta per la maggior parte di sostenitori di Forza Italia e delle formazioni centriste. Tra le persone che si sono più informate, inoltre, il consenso è più elevato. Non solo: secondo il sondaggio di Pagnoncelli anche tra i cattolici praticanti prevalgono i favorevoli.
Come anticipato, nell'indagine si prendono anche in considerazione le questioni su cui si sono concentrati gli oppositori, come l'identità di genere o il rischio di mettere in discussione la libertà di espressione. In realtà per il 34% degli intervistati non c'è questo pericolo, contro il 27% che la pensa in maniera opposta. La maggioranza, cioè il 39%, invece non prende posizione a riguardo. Sulla questione dell'identità di genere, che Italia Viva ha proposto di togliere, il 23% si dice contrario, convinto che eliminarla andrebbe a rendere meno incisiva la legge. C'è poi un 17% che non è d'accordo con le modifiche, ma che sarebbe comunque favorevole a farle per questioni di tattica politica. Un altro 17% è invece a favore delle proposte. Il 43% degli intervistati però non si esprime. Ad ogni modo per quasi un italiano su due (47%) le proposte di Renzi sono solo frutto di un calcolo politico.