video suggerito
video suggerito
Opinioni

Gli ennesimi regali della destra agli antiabortisti: un milione e mezzo ad associazioni e fondi pro-life

Si moltiplicano le iniziative della destra a favore dei gruppi Pro Vita. Per il terzo anno consecutivo, la Regione Piemonte ha approvato un finanziamento di un milione di euro da destinare a quelle associazioni che abbiano tra le proprie finalità il “sostegno alla maternità”.
A cura di Jennifer Guerra
31 CONDIVISIONI
Immagine

Tre milioni e mezzo di euro in tre anni alle associazioni antiabortiste: è questo il bilancio del “Fondo vita nascente” voluto dall’assessore di Fratelli d’Italia Maurizio Marrone per il Piemonte, una cifra che sostiene progetti per “superare le cause che potrebbero indurre la donna all'interruzione della gravidanza”, così come previsto dalla legge regionale approvata nel 2022.

Per il terzo anno consecutivo, è stato approvato un finanziamento di un milione di euro di soldi pubblici che finiranno direttamente nelle casse delle associazioni che abbiano tra le proprie finalità il “sostegno alla maternità” (in altre parole, il contrasto all’aborto), che riceveranno circa 38mila euro ciascuna. Il 35% può essere usato per il personale. Le scorse volte praticamente tutte le associazioni beneficiarie erano Centri di aiuto alla vita facenti parte del Movimento per la vita, storica associazione antiabortista fondata negli anni ’70 per contrastare la legge 194/78.

L’opposizione in Regione denuncia che l’utilizzo dei fondi non venga rendicontato in modo regolare: se si conoscono l’elenco delle associazioni beneficiarie e gli importi loro assegnati, non si sa come i soldi siano stati concretamente spesi per le madri, con cifre che variano da poche centinaia di euro a svariate migliaia.

Intanto il termine per la presentazione dei rendiconti dettagliati è stato prorogato di sei mesi, sollevando diverse polemiche. Secondo il movimento femminista Obiezione Respinta, mancherebbero all’appello circa 300mila euro non ancora spesi, ma la Regione si è già portata avanti stanziando un ulteriore milione.

Il Fondo vita nascente fa parte di un più ampio progetto dell’assessore Marrone per il contrasto all’aborto, di cui fa parte anche l’apertura della controversa “Stanza per l’ascolto” per le donne intenzionate a interrompere la gravidanza all’ospedale Sant’Anna di Torino (una delle iniziative finanziate dal Fondo) e uno stanziamento di 60mila euro per le “culle per la vita”. Nel 2020, Marrone si era anche opposto all’aggiornamento delle linee di indirizzo del ministero della Salute che permettono di somministrare l’aborto farmacologico nei consultori.

Non è però solo l’assessore di Fratelli d’Italia ad aver accontentato gli antiabortisti con i soldi pubblici. Il ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani ha reso noto che mezzo milione di euro del Fondo pari opportunità, previsti inizialmente per iniziative legate all’educazione sessuale nelle scuole italiane, verrà dirottato verso la prevenzione dell’infertilità.

I soldi erano stati inizialmente riservati alle scuole grazie a un emendamento del deputato di +Europa Riccardo Magi, subito criticato dal portavoce del Family Day Massimo Gandolfini, figura di spicco del mondo pro-vita, che aveva parlato di “colonizzazioni ideologiche”. Jacopo Coghe di ProVita e Famiglia parlò di “un cedimento gravissimo della maggioranza di centrodestra all’isteria abortista dei collettivi trans-femministi e alle teorie terrapiattiste sul genere fluido del movimento Lgbtq”. E così i fondi saranno destinati – non si sa ancora in che modo e a beneficio di chi – a prevenire l’infertilità negli studenti delle scuole medie e superiori.

Tutti i tentativi di inserire nelle scuole programmi di educazione affettiva o sessuale sono stati bloccati dalla destra, con il plauso delle associazioni anti-scelta. L’ultima mossa è stata la risoluzione anti-gender presentata dal leghista Rossano Sasso, che in passato definì l’educazione sessuale nelle scuole una “porcheria”, paragonandola quasi alla pedofilia. E come non citare il misterioso progetto del ministro Valditara “Educare alle relazioni”, proposto all’indomani del femminicidio di Giulia Cecchettin, che non solo non è mai stato avviato, ma che ha cambiato diverse volte coordinatori e finalità. Nella proposta originale era previsto il coinvolgimento delle associazioni familiari, ma ora ProVita ha all’attivo una petizione per sollecitare il ministro a cancellarlo definitivamente. L’associazione rivendica anche il ritiro della nomina di Anna Paola Concia, ex deputata e promotrice di leggi contro l’omofobia, come coordinatrice del progetto.

Anche se a livello formale non è cambiato nulla nell’accesso all’aborto, è sempre più evidente che questo diritto è sotto attacco e che l’influenza dei movimenti che vi si oppongono cresce nelle decisioni delle amministrazioni locali e del parlamento. Durante la campagna elettorale, Giorgia Meloni aveva detto più volte di non voler toccare la legge 194, ma anzi di volerla “applicare pienamente”, potenziando la parte del testo che si occupa della tutela sociale della maternità. Ed è proprio così che sta andando: dietro il velo del “diritto di non abortire”, si moltiplicano le iniziative che mettono pressione alle donne che vorrebbero interrompere una gravidanza, che promettono loro aiuto e denaro (anche se irrisori), mentre si assottigliano quelle che promuovono una scelta libera e informata. Mentre le casse degli antiabortisti continuano a riscuotere soldi pubblici.

31 CONDIVISIONI
Immagine
Jennifer Guerra è nata nel 1995 in provincia di Brescia e oggi vive in provincia di Treviso. Giornalista professionista, i suoi scritti sono apparsi su L’Espresso, Sette, La Stampa e The Vision, dove ha lavorato come redattrice. Per questa testata ha curato anche il podcast a tema femminista AntiCorpi. Si interessa di tematiche di genere, femminismi e diritti LGBTQ+. Per Edizioni Tlon ha scritto Il corpo elettrico. Il desiderio nel femminismo che verrà (2020) e per Bompiani Il capitale amoroso. Manifesto per un Eros politico e rivoluzionario (2021). È una grande appassionata di Ernest Hemingway.
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views