“Gli aumenti di gas e petrolio li devono pagare i ricchi”, dice il governatore di Bankitalia Visco
L'impennata del costo del petrolio e del gas, dovuta soprattutto alla guerra in Ucraina, per il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco è "una tassa che va pagata". Ma, sembra dire, a pagarla non possono essere le persone più fragili. Se l'Italia non può fare altri scostamenti di bilancio perché i rischi per il debito "sono troppo alti", allora quella tassa la può pagare la fascia più ricca della popolazione, per un periodo limitato di tempo.
"Quando eravamo più giovani e saliva il prezzo del petrolio parlavamo della tassa dello sceicco, che andava assorbita. Oggi si può passare alle rinnovabili, fare investimenti per altre fonti energetiche, economizzare riducendo il raffreddamento o il riscaldamento delle case. Ma il punto cruciale è che una tassa va pagata, ciò che dobbiamo discutere è chi deve pagare la tassa, la può pagare sicuramente il più ricco per un periodo temporaneo. Oppure la può pagare chi verrà dopo di noi, in quel caso si fa crescere il debito pubblico", ha detto in un'intervista a La Stampa.
Visco è contrario ad altri scostamenti di bilancio: "Basta non lo dico io, lo dice qualcun altro, perché i rischi per noi sono troppo alti. Ne parlavo vari anni fa quando introdussi il concetto della riforma organica della tassazione. Abbiamo visto varie riforme nel tempo, sul piano della tassazione dei redditi ci sono stati dei progressi nello smussare irregolarità molto forti, però il famoso messaggio di Tremonti "dalle persone alle cose" non è avvenuto, prima o poi bisognerà fare i conti con questo. È inutile rinviare nel tempo. Sono tutte cose da fare in fretta. La stessa cosa vale per gli investimenti nella scuola, che si rinviano continuamente perché i ritorni sono oltre la scadenza elettorale. Mi spiace, ma se tu hai deciso di servire la collettività facendo il politico ti assumi la responsabilità di fare le riforme anche se vanno oltre il tuo mandato".
Il governatore di Bankitalia ha risposto poi a una domanda sul quadro politico e sul dopo-elezioni: "Si può dire a tutta la classe politica che gli obiettivi sono segnati e devono restare. I progetti del Pnrr vanno nelle direzioni che tutti auspicano: la transizione ecologica e digitale, il miglioramento della scuola, l'innovazione, le riforme. Obiettivi che sono ineludibili e devono essere condivisi".
Visco sarebbe favorevole all'introduzione del salario minimo: "Io credo che se ben studiato è una buona cosa, ha vari effetti positivi, il rischio sta nel livello, se è eccessivo può portare a non occupare persone che hanno una produttività in grado di non arrivare a quella soglia. Ciò che è importante è non legare al salario minimo automatismi che poi ci possono costare".