Giustizia, via libera alla riforma in Consiglio dei ministri: c’è l’ok del Movimento 5 Stelle
Dopo una giornata lunghissima, con tanto di stop al Consiglio dei ministri e minaccia astensione da parte del Movimento 5 Stelle, è arrivata l'intesa sulla riforma della giustizia. Alla fine la fumata bianca c'è, dopo una serie di fumate grigie e dei momenti di altissima tensione. La mediazione portata avanti tra le forze politiche ha trovato un punto d'incontro. Ad annunciarlo ai cronisti è stato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, il pentastellato Federico D'Incà, che ha spiegato che i dettagli e i contenuti dell'accordo siglato tra le forze di maggioranza verranno resi noti direttamente da Palazzo Chigi e dalla ministra della Giustizia Marta Cartabia.
Già ieri sera c'era stato un avvicinamento tra le posizioni della Lega e del Movimento 5 Stelle, con Matteo Salvini al lavoro in costante contatto con l'avvocata e senatrice della Lega Giulia Bongiorno, poi la distanza si era ripresentata tra i grillini e Forza Italia. La mediazione, alla fine, sarebbe stata trovata anche grazie al ministro del Lavoro, il dem Andrea Orlando, proprio sui punti più cari ai pentastellati. Secondo quanto trapela dalle prime indiscrezioni, l'accordo si baserebbe su tempi più lunghi, fino a sei anni in appello, per i processi per delitti con aggravante mafiosa, nella fase transitoria di entrata in vigore della nuova prescrizione, fino al 2024. La mediazione, passata in Consiglio dei ministri all'unanimità, avrebbe risolto i dubbi dei pentastellati sull'improcedibilità per l'articolo 416 bis.1 del codice penale, sull'aggravante mafiosa. Secondo l'accordo trovato ci sarebbe una deroga esplicita per quei reati nella fase transitoria. Ora si attendono i dettagli dalla Guardasigilli e dal presidente del Consiglio, con il testo blindato che approderà presto prima alla Camera e poi al Senato per l'approvazione nel minor tempo possibile.
Esulta il leader in pectore del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, all'uscita dalla Camera dei deputati. La ministra Cartabia ha commentato a caldo uscendo da Palazzo Chigi al termine del Consiglio dei ministri: "È una giornata importante, lunghe riflessioni per arrivare a un'approvazione all'unanimità con convinzione da parte di tutte le forze politiche". Ora, ha spiegato la Guardasigilli, "c'è l'obiettivo di accelerare il più possibile per concludere se possibile prima della pausa estiva questa importantissima riforma". Sui dettagli della mediazione, invece, ha aggiunto: "Abbiamo apportato degli aggiustamenti, come annunciato la scorsa settimana con Draghi, alla luce del dibattito molto vivace che si è sviluppato in queste settimane sia da parte delle forze politiche che degli operatori e degli uffici giudiziari che saranno i primi ad essere chiamati alla grande sfida di implementare una riforma così significativa e innovativa nel nostro Paese – ha spiegato – L'obiettivo è garantire una giustizia celere, nel rispetto della ragionevole durata del processo, e allo stesso tempo garantire che nessun processo vada in fumo".
"Accelerare i processi, garantire strutture sufficienti per gli operatori di giustizia, evitare qualunque rischio di impunità – twitta il segretario del Pd Enrico Letta – L’equilibrio trovato dal governo Draghi rende la riforma della giustizia migliore. Lo avevamo chiesto e ci siamo spesi per l’accordo fino in fondo". Attacca, invece, Italia Viva: "Nonostante i tentativi di Conte, perpetrati fino all'ultimo minuto, per bloccare la riforma, anche delegittimando i suoi stessi ministri, oggi il giustizialismo di Bonafede e dei 5 Stelle è stato finalmente archiviato e si torna al rispetto delle garanzie costituzionali", esulta la deputata Lucia Annibali. Sulle tempistiche della riforma è stata la stessa ministra a chiarire che, da parte delle forze di maggioranza c'è "l'impegno a ritirare tutti gli emendamenti presentati", con l'obiettivo di "concludere nei prossimi giorni" l'iter di approvazione in Parlamento. Insomma, l'obiettivo è chiudere tutto prima della pausa estiva.