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Giustizia, scontro tra il ministro Nordio e i magistrati: “Dall’Anm interferenze sulla riforma”

Secondo il ministro Nordio da parte della Anm ci sarebbero state interferenze sul lavoro del governo in campo di riforma della Giustizia. Le toghe però non ci stanno e rivendicano il loro diritto di esprimere la loro opinione.
A cura di Annalisa Girardi
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È scontro tra il Guardasigilli e i magistrati. Carlo Nordio ha puntato il dito contro l'Associazione nazionale magistrati che, nei giorni scorsi, aveva attaccato la sua riforma della Giustizia, che cambia le regole sulle intercettazioni e cancella il reato di abuso d'ufficio. In particolare, secondo Nordio, da parte della Anm ci sarebbero interferenze sul lavoro del governo, che dovrebbe avere invece come interlocutore il Csm, il Consiglio superiore della magistratura. Le toghe però non ci stanno e rivendicano il loro diritto di pronunciarsi sulla riforma.

"Se il rappresentante di un sindacato di magistrati, prima che fosse noto il testo del disegno di legge, pronuncia tutta una serie di critiche severissime, secondo me in corretto italiano significano interferenze", ha attaccato Nordio durante un festival a Taormina, parlando di alcune dichiarazioni del presidente Anm, Giuseppe Santalucia. Per poi ribadire, appunto, che l'interlocutore istituzionale di Palazzo Chigi è un altro, il Csm.

"I magistrati e l'Anm, che ne ha da oltre un secolo la rappresentanza, hanno non solo il diritto ma anche il dovere di prendere parola, per arricchire il dibattito sui temi della giustizia. Perché in tal modo ampliano il confronto e contribuiscono, con il loro punto di vista argomentato e ragionato, a migliorare ove possibile la qualità delle riforme. Questa è l'essenza della vita democratica", ha subito replicato Santalucia.

Da Taormina il ministro ha anche parlato delle principali novità della riforma. E ha annunciato: "Noi interverremo sulle intercettazioni molto più radicalmente. Che questa sia una barbarie che costa 200 milioni di euro l’anno per raggiungere risultati minimi è sotto gli occhi di tutti. Si spende una cifra colossale, per inchieste che raggiungono risultati minimi, tra l’altro rovinando la vita delle persone. Vorrei ricordare che la legge impedisce la pubblicazione degli atti giudiziari. Vengono pubblicati lo stesso e nessuno dice nulla, nonostante la legge ci sia già".

Sull'abuso d'ufficio, invece, Nordio ha detto che sia "un reato così evanescente che complica soltanto le cose senza aiutare minimamente" le indagini, che invece ostruirebbe "perché intasa le procure della Repubblica di fascicoli inutili disperdendo le energie verso reati che invece dovrebbero essere oggetto di maggiore attenzione". Il ministro però ha precisato: "Se l'Europa ci chiedesse una sorta di rimodulazione del nostro sistema integrato repressivo, noi siamo disposti ad accoglierla, ma non nella forma in cui esisteva l'abuso d'ufficio, che era così evanescente e atipico da non avere uguali, tra l'altro, in nessun altro ordinamento europeo".

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