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Giustizia, oggi la riforma del Csm in Consiglio dei ministri: cosa sta succedendo

Il governo si riunirà in queste ore per fare il punto sulle proposte della Guardasigilli Marta Cartabia in merito alla riforma del Csm. I partiti, in primis Lega e M5s, però potrebbero non essere d’accordo su tutti i punti della riforma.
A cura di Annalisa Girardi
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È arrivato il giorno della riforma del Csm, il Consiglio superiore della magistratura. Il Consiglio dei ministri si riunirà in queste ore per fare il punto sulle proposte della Guardasigilli Marta Cartabia. Ma le differenze all'interno della maggioranza restano molte, soprattutto nel Movimento Cinque Stelle e nella Lega. Il punto è quello delle cosiddette porte girevoli, che ad oggi consentono ai magistrati di tornare a ricoprire il loro incarico dopo una parentesi politica. Il tema giustizia, d'altronde, è sempre stato un fronte caldo. Ora però il governo punta ad accelerare, sia dopo l'appello del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, sia perché quella sulla giustizia è una riforma centrale del Pnrr. Da cui dipendono direttamente i fondi dall'Europa.

Cosa dicono i partiti

Si cerca l'intesa, ma non mancano le tensioni. È netta la Lega: "Una volta che un magistrato decide di entrare in politica non può più ritornare a vestire la toga", afferma Giulia Bongiorno, responsabile Giustizia nel Carroccio. Sulla stessa linea anche il M5s: "Sono norme ad personam e ne abbiamo già avute abbastanza in passato", afferma Giulia Sarti. Il caso è quello di un possibile nodo nella riforma che consentirebbe a un ministro o un sottosegretario, insomma un ruolo chiamato direttamente dalla politica, di tornare a rivestire la toga, mentre questo non sarebbe possibile per i magistrati eletti in Parlamento.

I partiti politici, in primis Forza Italia e Azione, avevano chiesto di visionare la bozza della riforma prima che questa venisse presentata ufficialmente, ma ad oggi non sarebbe mai stata ricevuta. Non è chiaro quindi che cosa succederà in Consiglio dei ministri o come reagiranno i partiti. Ciò che è certo è che, dopo le modifiche al processo penale e civile, una riforma è urgente anche per il Csm per ottenere le risorse europee del Recovery Plan.

La bozza della riforma

La prima bozza della riforma è uscita appena prima del Cdm. In questa si legge che i magistrati ordinari, amministrativi, contabili e militari che hanno ricoperto cariche politiche elettive (quindi ad esempio quella di parlamentare, consigliere regionale o comunale) alla fine del mandato "sono collocati in posizione di fuori ruolo presso il ministero di appartenenza oppure, per i magistrati amministrativi e contabili, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, ovvero sono destinati allo svolgimento di attività non direttamente giurisdizionali, né giudicanti né requirenti". Invece, per quelli che hanno svolto degli incarichi apicali presso i ministeri, o anche incarichi di governo non elettivi (come capo di gabinetto, segretari generali presso i ministeri o ai capi dipartimento) dopo queste esperienze per tre anni non potranno più svolgere funzioni giurisdizionali, si legge sempre nella bozza.

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