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Giustizia, Napolitano avverte: “Si sta toccando il limite”

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dopo gli ultimi attacchi alla magistratura di Berlusconi e dopo i manifesti che paragonano le toghe milanesi alle Br, è intervenuto in maniera decisa sul tema Giustizia esternando il suo sdegno e richiamando tutti ad “un senso della misura e della responsabilità”.
A cura di Cristian Basile
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Napolitano Berlusconi

Dopo gli ultimi, pesanti attacchi scagliati da Silvio Berlusconi ai giudici, alla funzione giudiziaria e alla Consulta, i magistrati e le opposizioni hanno invocato con sempre maggiore insistenza l'intervento del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. In seguito dopo il manifesto affisso a Milano, dove i magistrati sono paragonati ai terroristi delle Brigate Rosse, Napolitano, con una nota ufficiale, è intervenuto sulla vicenda in maniera decisa esternando il suo sdegno e richiamando tutti ad "un senso della misura e della responsabilità" davanti ad un rischio, sempre più concreto, di un'allarmante "degenerazione della situazione".

Giorgio Napolitano in una lettera inviata Michele Vietti, vice-presidente del Csm ha scritto: "Nelle contrapposizioni politiche ed elettorali, e in particolare nelle polemiche sull'amministrazione della giustizia, si sta toccando il limite oltre il quale possono insorgere le più pericolose esasperazioni e degenerazioni. Di qui il mio costante richiamo al senso della misura e della responsabilità da parte di tutti", definendo inoltre una "provocazione ignobile" i manifesti che hanno comparato le toghe milanesi alle Brigate Rosse. Il capo dello Stato ha sottolineato che si tratta di un'offesa intollerabile verso tutte le vittime delle Brigate Rosse, magistrati e non.

Napolitano nella stessa lettera ha anche annunciato che il Giorno della Memoria delle vittime del terrorismo che  verrà celebrato il 9 maggio al Quirinale quest'anno verrà dedicato ai "servitori dello Stato che hanno pagato con la vita la loro lealtà alle istituzioni repubblicane". Il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, è stato uno dei primi a commentare le parole di Napolitano sottolineando che la lodevole capacità di Napolitano di aver saputo interpretare "ancora una volta il sentimento di tutti gli italiani".

Secondo Fini non c'è dubbio che la giustizia vada riformata, ma il dibattito tra le parti deve tornare "nell'alveo della normalità: c'è un testo, si discuta", precisando inoltre che bisogna evitare di "imbracciare la scimitarra permanente" per evitare di togliere "qualsiasi tipo di credibilità alla democrazia italiana". "In nessun Paese una carica istituzionale può impunemente dire le cose che ha detto ieri il presidente del Consiglio, non si può dire eversivo, parlare di cellule delle Br, non si può andare oltre, pena l'imbarbarimento" ha dichiarato un preoccupato Fini che ha colto l'occasione per ironizzare sul patto con la magistratura denunciato da Berlusconi, dichiarando: "Il patto segreto e' presunto, invece l'evidente vaneggiamento è sotto gli occhi di tutti".

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