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Giustizia, il Pdl ci riprova: “Se ne occupi il Comitato per le riforme”

Polemiche per la presentazione di un emendamento al ddl per la costituzione del comitato per le riforme: il Pdl vorrebbe che i saggi si occupassero anche di giustizia.
A cura di Redazione
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Il lungo braccio di ferro politico giudiziario tra la magistratura ed il centrodestra, in gran parte relativamente alle vicende giudiziarie che vedono coinvolto Silvio Berlusconi, rischia di arricchirsi di un nuovo capitolo. L'ultimo round sembrava doversi celebrare in commissioni Affari Costituzionali, dove il Popolo della Libertà ha presentato un emendamento al disegno di legge che istituisce il comitato per le riforme. Si tratta di una modifica che, qualora fosse accolta, comporterebbe la possibilità per il comitato per le riforme di occuparsi anche della riforma della giustizia.

Nello specifico, l'emendamento pidiellino (a firma Bruno, Alberti Casellati, Bernini, Bonaiuti, Fazzone, D'AlÌ, Repetti, Zanettin, Paolo Romani, Giuseppe Esposito) chiede che "al comma 1" dell'articolo 2 del ddl, si sostituiscano "le parole: "degli articoli di cui ai titoli i, ii, iii e v della parte seconda della costituzione" con le seguenti: "degli articoli di cui alla parte seconda della costituzione"). In pratica le riforme riguarderanno anche il titolo quarto della Costituzione, in difformità con l'accordo di maggioranza che prevedeva un'indicazione esplicita dell'oggetto delle riforme, escludendo di fatto il tema della riforma della giustizia, da sempre oggetto di grande divisione fra le forze politiche.

Come riporta Repubblica, è lo stesso Donato Bruno (il primo firmatario del provvedimento) a gettare acqua sul fuoco delle polemiche: "Non c'è stato alcun blitz del Pdl. Gli emendamenti sono stati consegnati quando non c'era alcuna sentenza relativa a Berlusconi. Della necessità di modificare il titolo IV della Costituzione ne abbiamo parlato apertamente in sede di discussione in commissione. Mi sembra logico che si discuta della opportunità di modificare anche la parte relativa alla magistratura, anzi è fondamentale. Faccio un esempio: se decidiamo di andare verso un modello presidenziale, va rivista anche la guida del Csm che spetta al presidente della Repubblica. Le riforme influiscono anche su Csm e Corte Costituzionale. Che facciamo? Non li tocchiamo? Mi sembra assurdo".

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