Giustizia, ddl Nordio va in Senato: il nodo sull’abuso d’ufficio e la direttiva Ue anticorruzione
Il disegno di legge del ministro Carlo Nordio è pronto per approdare in Parlamento. Il presidente della Repubblica, infatti, ha autorizzato l'invio del provvedimento alle Camere, anche se ci sono voluti una settimana di attesa e un colloquio con la stessa Giorgia Meloni. Un faccia a faccia in cui Sergio Mattarella avrebbe espresso le sue perplessità su alcuni punti del ddl, in primis sulla compatibilità con la normativa europea e sull'abolizione dell'abuso di ufficio. Ma dal momento che il testo è ancora soggetto alle modifiche di Camera e Senato e che la presidente del Consiglio avrebbe accolto alcune riflessioni, alla fine il Colle ha dato il il via libera.
Nel giro di poche ore, però, dalla maggioranza è arrivato un segnale non proprio rassicurante. In commissione per le Politiche Ue, infatti, la direttiva di Parlamento e Consiglio europeo sulla lotta alla corruzione è stata bocciata dalla destra. E la possibilità di un nuovo fronte aperto si concretizza. La direttiva europea, infatti, ribadisce l'importanza del reato di abuso di ufficio. Nonostante il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, abbia sottolineato che "la questione dell'abuso di ufficio sia una facoltà del singolo Stato nazionale", lo scontro è dietro l'angolo.
Soprattutto con parte dell'opposizione, che sull'abuso di ufficio in queste settimane è stata intransigente. "Ieri la pace fiscale e i condoni, oggi il no alla direttiva europea anticorruzione. Ecco la destra italiana", ha commentato il capogruppo del Partito democratico in Senato, Francesco Boccia. Il capodelegazione dem al Parlamento europeo, Brando Benifei, ha aggiunto: "Il Parlamento italiano in questa maniera prende una posizione sbagliata, per fortuna non vincolante per l'iter europeo della legge, che ci mette nuovamente in difficoltà in Europa. Di fronte allo sforzo che si sta facendo per aumentare la condivisione di informazioni e il coordinamento operativo europeo per la lotta alla corruzione e ai reati ambientali, non può essere proprio il nostro Paese a mettersi di traverso".
Non la pensa allo stesso modo il leader di Azione, Carlo Calenda, che a Sky Tg24 ha criticato la posizione di Bruxelles: "L'Ue sta sbagliando, non si combatte la corruzione aggiungendo reati. Io sono un profondo europeista, ma se tu apri 100 cause per abuso d'ufficio e ne vinci otto delegittimi il lavoro di tutta la magistratura".