Giustizia, cosa sta succedendo all’interno della maggioranza e a che punto è la riforma
Sulla riforma della Giustizia il presidente del Consiglio, Mario Draghi, punterebbe a chiudere la partita prima della pausa estiva, entro la fine di luglio, ma il tema continua a dividere le forze di maggioranza. Venerdì è prevista la discussione in Parlamento e già domani Palazzo Chigi dovrebbe provare a portare il dossier in Consiglio dei ministri per trovare un'intesa: ma specialmente su alcuni punti la strada è ancora in salita.
Intanto la Guardasigilli Marta Cartabia si è recata nuovamente a Palazzo Chigi, dove ha incontrato Draghi per fare il punto sulla riforma del processo penale e le possibilità di mediazione. Specialmente rispetto alle richieste del Movimento Cinque Stelle. Domani Giuseppe Conte incontrerà i deputati pentastellati per trovare una quadra: "Abbiamo fatto delle osservazioni, condivise da buona parte degli addetti ai lavori e non sono per soddisfare esigenze di bottega del M5S. Noi dobbiamo velocizzare i processi e celebrare i processi. Ora lasciamo che il governo lavori su queste istanze", ha commentato Conte, assicurando che il suo sia un atteggiamento costruttivo, ma precisando che un sì incondizionato senza alcuna modifica sarebbe comunque difficile. Domani intanto Conte incontrerà nuovamente i deputati e i senatori Cinque Stelle per vagliare le diverse sensibilità interne al tema.
Forza Italia, da parte sua ha presentato un emendamento per ampliare il perimetro della riforma all'abuso di ufficio e alla definizione di pubblico ufficiale. Richiesta che secondo il presidente della Camera, Roberto Fico, è inammissibile per estraneità di materia, confermando quindi la decisione della commissione a Montecitorio, che l'aveva respinta. Ad ogni modo, ci sono ancora una serie di emendamenti da votare e le tempistiche rischiano di allungarsi. Non si esclude che il governo possa cercare di blindare la riforma con la fiducia: c'è tempo ancora qualche ora per capire quanto sia fattibile arrivare a una mediazione. E da parte della Lega, nel frattempo, si ribadisce: "Noi siamo fedeli al testo uscito dal Cdm".