Giustizia, come cambia il processo civile con la riforma della ministra Cartabia
Semplificare il processo civile, ma soprattutto ridurne i tempi. Sono gli obiettivi della riforma targata Marta Cartabia che ne propone una riduzione della durata del 40%, così come richiesto dall'Europa negli impegni assunti con il governo per il Pnrr. Il primo via libera al testo è arrivato dal Senato che ha votato a favore della fiducia posta dal governo e adesso la riforma è passata al vaglio della Camera. Tra le novità più significative c'è la previsione di un procedimento più rapido sin dalla prima udienza, di incentivi fiscali che stimolino il ricorso a riti alternativi come la mediazione e la negoziazione assistita, ma anche l'istituzione di un nuovo Tribunale dedicato esclusivamente alla famiglia. Dalle questioni di divorzio, sino alle violenze domestiche, passando per la materia dell'affidamento dei figli minori: il Tribunale della famiglia si occuperà di tutto questo. Così facendo, verrà superata la distinzione tra il Tribunale dei minorenni e le sezioni dedicate appunto alla famiglia nei Tribunali ordinari e si consentirà al giudice civile di cooperare con quello penale nei casi di violenza e maltrattamenti.
Come viene semplificato il processo civile
La semplificazione del processo civile inizierà già dal primo grado di giudizio. Più in particolare, nella prima udienza il giudice potrà subito scegliere quali prove ammettere nel procedimento: saranno anticipate, infatti, le richieste di prova attraverso l'introduzione di termini intermedi in cui le parti potranno sollevare anche domande ed eccezioni. In questo modo la causa arriverà già definita nell'aula di primo grado in cui le parti dovranno presentarsi di persona e il giudice potrà calendarizzare subito le date del processo, fissando l'udienza successiva entro 90 giorni dalla prima. Nel processo di primo grado farà ingresso anche l'ordinanza immediata di accoglimento o di rigetto. Ad essere snellita, inoltre, sarà la fase decisoria non solo perché si farà ricorso ad alcune procedure telematiche, come le udienze da remoto e quelle che prevedono solo trattazione scritta, ma anche perché verranno soppresse alcune udienze, come quella di precisazione delle conclusioni che attualmente anticipa la decisione.
La possibilità di sospendere l'efficacia della sentenza di primo grado sarà ridotta nel grado di appello. Dove, inoltre, verrà potenziato il meccanismo di filtro di ammissibilità prevedendo la possibilità di dichiarare manifestamente infondata un'impugnazione in secondo grado che non abbia una ragionevole probabilità di essere accolta. Tra le novità più importanti c'è il meccanismo di rinvio pregiudiziale che consente al giudice di primo grado di sottoporre alla Corte di Cassazione la risoluzione di una questione di mero diritto che sia del tutto nuova, particolarmente importante, suscettibile di difficoltà interpretative e per la quale ci sia il rischio che si riproponga in altri giudizi.
Incentivi fiscali per i riti alternativi
La riforma Cartabia non si limita a semplificare il processo civile riducendone i tempi, ma punta anche a ridurre il carico di lavoro dei tribunali, sollevandoli da alcune controversie. Per farlo, introduce degli incentivi fiscali per stimolare il ricorso a riti alternativi di risoluzione delle controversie come la mediazione, l'arbitrato e la negoziazione assistita tramite, ad esempio, lo scalo dalle tasse delle spese legali. In particolare, la riforma intende favorire la mediazione soprattutto in materia contrattuale. L'istituto della negoziazione assistita, invece, viene esteso anche alle controversie di lavoro, alle questioni legate al mantenimento dei figli (se nati al di fuori del matrimonio) e all'affidamento. E poi viene rafforzato l'arbitrato, attribuendo all'arbitro il potere di emanare misure cautelari e l'obbligo di ricusazione (come per i giudici) a garanzia della sua imparzialità nella controversia.
Il tribunale della famiglia a tutela di donne e minori
L'istituzione del Tribunale della famiglia è un'altra delle novità più importanti della riforma Cartabia che in questo modo raccoglie in un unico Tribunale tutte le questioni riguardanti famiglia e minori. Particolare attenzione sarà rivolta ai minori e alle donne vittime di violenza per le quali la riforma mira a velocizzare l'adozione di provvedimenti in loro tutela. L'efficienza del nuovo Tribunale per la famiglia sarà garantita dalla possibilità che il giudice civile dialoghi con quello penale senza dover rimandare la causa a quest'ultimo. Quindi, se durante un procedimento civile dovesse emergere un caso di violenza domestica il giudice non dovrà più rimettere la questione al giudice penale, ma potrà coordinarsi con questo per condurre gli accertamenti necessari ed eventualmente adottare in tempi celeri i provvedimenti in tutela dei soggetti coinvolti. Tra questi, ad esempio, l'allontanamento del convivente violento e l'affido del bambino ad altri parenti o ad una casa famiglia.