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Giusi Nicolini: “Finalmente la fortezza Europa cede di fronte all’onta dei morti”

Intervista alla sindaca di Lampedusa che da anni pratica un’accoglienza diversa e dice: “Noi siamo quelli normali e per fortuna oggi l’Europa se ne sta accorgendo. Dobbiamo imparare a emozionarci di fronte alle foto dei vivi piuttosto che dei morti”. E si augura “una grande, coraggiosa riforma dell’accoglienza” in questa “Europa che finalmente sta cedendo. A Lampedusa da anni l’organizzazione ha cancellato la paura”. Salvini “non intendo citarlo nemmeno”.
A cura di Giulio Cavalli
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Ammetto che appena ho visto le immagini della stazione di Monaco in cui i rifugiati siriani sono stati accolti con un lungo applauso ho subito pensato a lei: Giusi Nicolini, sindaca di Lampedusa, ha dimostrato già da anni come un'accoglienza umana e intelligente sia possibile anche in un avamposto del Mediterraneo. Questa ventata di "buon senso" che sembra spirare sull'Europa è un alito che a Lampedusa la Nicolini coltiva con serietà e dedizione. Abbiamo voluto parlare con lei:

Giusi Nicolini, che succede? Sono improvvisamente tornati di moda i buoni?

Io ci ho sempre creduto: non credo siano tornati di moda i buoni quanto piuttosto che ci sia stata una fortissima manipolazione (a cui hanno collaborato tutti) nel rappresentare l'Europa come la terra dei cattivi. In realtà era semplicemente un politica decisa dall'alto.

Quindi voi di Lampedusa non eravate poi così "strani"…

Lampedusa è sempre stata un luogo di assoluta normalità. Le persone fanno esattamente ciò che è normale e doveroso fare nei confronti di chi arriva dal mare come naufrago. Perché questi sono naufraghi prima ancora che profughi o richiedenti asilo. Prima il Papa, poi il naufragio del 3 ottobre, poi gli altri naufragi ancora più gravi, prima 400 persone poi quasi 900 hanno fatto sapere a tutti ciò che i potenti conoscevano già da tempo: il Mediterraneo era un cimitero. I premi a Lampedusa, gli inviti, le autorità, le delegazioni che arrivano da noi io li ho sempre considerati il segno che la maggioranza delle persone sono come noi: tutte queste cose messe in fila hanno reso ineludibile il cedimento della "fortezza Europa".

Quindi l'Europa sta cedendo di fondo…

Certo. Ma non di fronte all'invasione bensì di fronte all'onta vergognosa dei morti, dei bambini che galleggiano a riva.

Ecco, a proposito, credi che la tristemente famosa foto del bambino morto sulla spiaggia sia servita?

Anche in occasione della tragedia del 3 ottobre ho dovuto lottare per fare entrare i giornalisti e le televisioni presenti qui a Lampedusa arrivati da tutto il mondo. C'era un diniego, uno scontro per non lasciare libero accesso alla stampa mentre io ritenevo importante che mostrassero quelle bare. Finché i corpi rimanevano sepolti dal mare era come se non ci fossero, perché purtroppo siamo fortissimamente condizionati dai media e dalle immagini: quello che non vedi non esiste, nel nostro tempo; ed è una cosa terribile. Voglio credere che non sia stata la foto di quel bambino ad aprirci gli occhi, io ho sempre mostrato le bare e mai i corpi che qui arrivano in decomposizione o alcuni che sembrano essersi appena addormentati. Ho preferito mostrare la vita.

Quindi un bambino vivo?

Sì. Vivo perché salvato: non lo stiamo vedendo morto perché c'è chi si è prodigato a salvarlo. Non c'è altra soluzione se non salvarli ed accoglierli. Penso sia più rivoluzionario il vagito di un neonato, oppure la bambina nata sulla motovedetta. Una coscienza matura dovrebbe farsi condizionare di più dai vivi. Per cui io mi auguro che non sia servita quella foto terribile anche se so che non è stato così.

Ora dopo questa apertura improvvisa della Merkel cosa credi che debba fare l'Europa di sostanziale per una politica "nuova" sulla questione?

Sicuramente ciò che è accaduto in questi ultimi giorni favorirà un processo più evoluto. Secondo me è comunque necessario il passaggio delle "quote obbligatorie" anche se triste a dirsi: ci sono stati Paesi come la Polonia che si sono opposti fin dal primo momento e che sono un problema da risolvere.

Salvini ha definito "verme" Matteo Renzi per avere sfruttato (secondo lui) la foto del cadavere del bambino per attaccare la Lega…

In questa occasione Renzi ha detto ciò che tutti noi vorremmo sentire dalla politica: esistono temi che non dovrebbero diventare motivi di campagna elettorale e non dovrebbero vedere i partiti contrapposti. Finché c'è questa deriva significa che siamo un Paese senza etica politica. Io quello lì non voglio neppure nominarlo. Per me non è un avversario politico, è altro. Dobbiamo disarcionarli così. Non si può giocare una partita con chi non condivide le regole del gioco. E' da stupidi.

Ma tu che sei molto attiva e molto seguita sui social, al di là del Salvini, come credi si possa cancellare questa paura che è stata inflitta?

E' facilissimo. Se vieni a Lampedusa ti rendi conto perché i lampedusani non hanno paura: perché siamo gente di mare, persone nate e cresciute con l'aria del mare e alcune cose le apprendi con il latte materno e poi siamo una comunità che è riuscita a difendersi dalla manipolazione politica e non abbiamo accettato la doppia ingiustizia che la politica degli anni di Maroni inflisse a questo territorio. Qui c'è la violazione dei diritti umani di chi viene dal mare ma anche la violazione dei diritti dei lampedusani: se prendi Lampedusa e la fai diventare la galera del mediterraneo hai sacrificato un pezzo di territorio sacrificando con un'idea folle e macabra. E Lampedusa in quegli anni è diventata una prigione a cielo aperto. Nel 2011 si dice che fossero 10.000 profughi (ma li contavano in uscita e non in entrata) e in totale ne sono arrivati venticinquemila solo negli ultimi sessanta giorni con punte di diecimila persone distribuite sul nostro territorio che conta 5800 abitanti. In quel primo anno con Maroni al Governo speravano che ci scappasse il morto mentre l'alleanza tra il lampedusano e il tunisino era tra popoli che hanno scoperto di non avere differenze. Se tu vieni a Lampedusa adesso vedi come è possibile governare l'emergenza, come è possibile che abbiamo accolto 17000 naufraghi e migliaia di turisti che dichiarano di non vedere né sbarchi né disperazione: tutto è organizzato. Anche se non interessa ai telegiornali. Perché se c'è un'organizzazione che si attiva con un regolare flusso in entrate e in uscita, per cui Lampedusa non è meta ma tappa del viaggio, non c'è sovraffollamento, non c'è accoglienza disumana o bordello per le strade. Qui abbiamo medici al porto, pediatra, ginecologa, un'esperta di malattie della pelle, psicologi e un volontariato pazzesco. E quindi non si finisce in televisione, evidentemente.

In effetti oggi i giornali si sperticano in lodi per l'accoglienza tedesca ma voi siete un modello da anni ormai…

E' il nostro modello di informazione che diventa megafono della propaganda politica. Purtroppo è un tema estremamente delicato che non riguarda solo l'immigrazione su cui interrogarsi a lungo. Però ci sono anche piccoli segnali di cambiamento: o hai le masse stipate per terra oppure si crede di non avere nulla da raccontare. Se rifletti su "Mafia Capitale", che ha svelato il nesso tra criminalità e immigrazione, è chiaro che tutte le emergenze favoriscono il malaffare. E quindi il clima emergenziale è favorito dall'assenza di organizzazione e dalla paura: devi fare in fretta, stipare persone, prendi alberghi senza gare, inventi assurdità come il CARA di Mineo e la paura diventa fondamentale per la gestione affaristica. Se ci fosse un'accoglienza diffusa, umana, che non spaventerebbe nessuno e che sarebbe la migliore anche per coloro che arrivano, la criminalità avrebbe vita difficile. Invece così la politica raccatta voti, gli affaristi fanno soldi e a soffrire rimangono coloro che sono accolti e coloro che accolgono. Per combattere la paura ci vuole il coraggio di una bella e grande riforma dell'accoglienza.

Ma sei più ottimista dopo questi ultimi giorni?

Io lo sono stata sempre perché senza la speranza non potresti stare qui ad affrontare questi giorni tutti uguali. Noi lampedusani ci siamo convinti che l'esempio serva e testardamente ci impegniamo nella diffusione massima della verità, di come stanno le cose. E allearsi con le perone più che con i partiti. Pensa all'importanza ad esempio di chi in questi anni ha fatto letteratura della verità.

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