Giuseppe Conte minaccia di far causa a Luigi Di Maio: “Non ha restituito il Tfr al M5s”
"Perché Di Maio e gli altri scissionisti dovrebbero restituire i soldi? In virtù di un regolamento che Di Maio ha elaborato, proposto e fatto approvare dal Comitato di garanzia dell'epoca. Di Maio dovrebbe semplicemente rispettare quel che hanno scritto lui e gli altri scissionisti". Lo ha detto Giuseppe Conte, primo ospite della nuova stagione de La Confessione di Peter Gomez in onda stasera alle 22.45 su Nove.
Il leader pentastellato ha rilanciato così la polemica sulla restituzione del Tfr da parte di Di Maio e dei suoi 60 seguaci, che hanno condiviso con lui la rottura con il M5s e la nascita di Impegno civico, il nuovo partito dell'ex ministro degli Esteri che ha subito una pesante sconfitta alle ultime elezioni politiche, lasciando Di Maio fuori dal Parlamento.
"Andrete in causa se non pagano?", ha chiesto il conduttore. Se gli scissionisti non dovessero pagare, ha risposto Conte, "ovviamente non possiamo lasciar cadere la cosa. È un impegno che hanno assunto loro".
Ma come è nata la disputa? In pratica, come scrive la Repubblica, Conte sta preparando un documento che conterrà le nuove regole sul trattamento economico di parlamentari ed ex, come Luigi di Maio appunto. Nel documento viene specificato che gli ex deputati e gli ex senatori che hanno lasciato il Movimento dovranno restituire 30mila euro dei 45mila del loro Trattamento di fine rapporto (Tfr). Questo in base alle vecchie regole, varate ad aprile del 2021. Le cose andrebbero diversamente invece per coloro che sono ancora iscritti: in base alle nuove regole – di cui al momento c'è solo una bozza consegnata ai membri del Comitato di Garanzia, Roberto Fico, Virginia Raggi e Laura Bottici – gli iscritti dovrebbero restituire al partito solo il 20% del bonifico della Camera o del Senato, cioè 9mila euro.
Al momento però Di Maio ha dichiarato di "non aver ricevuto alcuna somma relativa al Tfr", e che non appena la riceverà "comunicherà le modalità con cui aiuterà la collettività".
Il nuovo regolamento che Conte sta mettendo a punto tocca anche la questione delle restituzioni dei parlamentari in carica: questi dovranno sempre rinunciare a 2500 euro del loro stipendio. Cambierà però la destinazione di questa somma: in passato 1000 euro andavano al Movimento, mentre 1500 euro andavano alla collettività tramite le restituzioni, per finanziare associazioni no profit o il microcredito. Secondo i piani adesso la ripartizione dovrebbe essere la seguente: 2mila euro al partito, mentre 500 sarebbero per le restituzioni. Una somma, quest'ultima, che potrebbe servire anche per finanziare la scuola di formazione politica del M5s, dove potrebbero anche essere piazzati i Big che hanno già completato due mandati, come Paola Taverna o Roberto Fico. La decisione di Conte di cambiare la destinazione delle risorse che provengono dagli eletti sarebbe un modo per ‘fare cassa', visto il numero più basso di parlamentari pentastellati in questa legislatura.