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Giuseppe Civati: Il Governo non ama il pluralismo del web

Fanpage intervista Giuseppe “Pippo” Civati, consigliere regionale del PD in Lombardia ed autorevole analista politico: “Il rischio è un PD subalterno all’UDC”.
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In uno dei momenti più "complessi e particolari" della politica italiana, con il caso Ruby e il contestato cammino parlamentare del federalismo fiscale, fra incomprensibili prese di posizione come quella del Ministro Paolo Romani sull'iniziativa Agenda Digitale e l'intensa dialettica interna alle opposizioni, abbiamo raggiunto Giuseppe Civati, consigliere regionale del PD in Lombardia, blogger autorevole e seguitissimo, nonchè animatore del cosiddetto "gruppo dei rottamatori del Pd" per un suo parere sullo strano momento che sta vivendo il nostro Paese. Così, a margine dell'Assemblea Nazionale del PD, abbiamo raccolto le sue impressioni, a partire dall'ultima, quantomeno infelice, uscita del Ministro dello Sviluppo Economico.

Il Ministro Romani, stando a quanto riporta il capo dipartimento per le comunicazioni del ministero dello Sviluppo economico, non ha gradito e ritiene incomprensibile e contraddittoria l'iniziativa Agenda Digitale. In pratica chi è seduto al tavolo del ministero non dovrebbe esporsi nè fare proposte. Cosa ne pensa?

Credo che Romani sbagli, perché l'appello non è sostenuto solo da un gruppo di operatori che lavorano con il governo. Che sia, tra l'altro, un membro del governo Berlusconi a criticare un presunto conflitto d'interessi fa davvero sorridere.

Nel suo blog parla apertamente di quanto sia sensato "interpretare uno stimolo importante che proviene dalla società civile per recuperare uno dei ritardi più gravi di questo paese". In tal senso ritiene che Romani sia un interlocutore autorevole?

Non credo che questo governo sia più credibile, o lo sia mai stato. Del resto Romani è arrivato dopo sei mesi di interim, quando il governo era già in crisi piena.

In tal senso il governo ha dimostrato una sorta di doppio binario: da un lato i proclami circa l'innovazione e l'importanza di internet, dall'altro una malcelata diffidenza che sfocia in una sorta di pseudo censura del web…

Il governo non ama il web, per motivi fin troppo evidenti. Lì c'è il pluralismo…

Del resto il Governo sembra in una fase quantomeno di confusione. Tralasciando per decenza il Caso Ruby, che idea si è fatto della "questione federalismo" anche alla luce degli ultimi sviluppi? Ed in quest'ottica come giudica l'intervento di Napolitano?

Questo federalismo municipale non è un federalismo e non è nemmeno municipale. Il governo doveva avere l'onestà intellettuale di reintrodurre l'Ici per i più abbienti, piuttosto che fare un pasticcio del genere.

In questa assemblea nazionale del Pd dovrebbe essere rilanciata l'idea di una sorta di Comitato di Liberazione Nazionale per sconfiggere Berlusconi. Pochi mesi fa il segretario del suo partito parlava di Nuovo Ulivo, poi si è passati all'alleanza con il Terzo Polo, oggi siamo al tutti contro l'attuale maggioranza. Un percorso cominciato nel 2008 con la vocazione maggioritaria del Pd. Qualche sostenitore democratico potrebbe confondersi un pò, non crede?

Si è già confuso, ma il gruppo dirigente non intende cambiare idea. E nemmeno io, che continuo a non essere d'accordo.

L'ipotesi del Cln, un'alleanza da Fini a Vendola, si presenta un po' come la sublimazione dell'antiberlusconismo. Lo scontro finale tra i “buoni” e i “cattivi”. Eppure, sembra che proprio l'antiberlusconiano per eccellenza, Antonio Di Pietro, debba restare escluso da questa prospettiva. Il rischio non è la subalternità del Pd all'Udc?

Lo è, certamente.

Nell'ultimo periodo si è molto discusso della spaccatura nel fronte dei cosiddetti rottamatori. Lei, ad esempio, su Mirafiori ha espresso posizioni quasi antitetiche rispetto quelle di Renzi. E proprio il sindaco di Firenze si è tirato fuori dal vostro movimento perchè accusato di correntismo. Cosa c'è nel futuro prossimo del suo movimento? Sul versante programmatico state sviluppando un grosso lavoro, non crede sia il momento di un salto di qualità anche dal versante organizzativo?

Nessuna polemica, idee diverse su un fatto politico, di cui si discuterà ancora molto. Leggo che Marchionne vuole andare via. Chi l'avrebbe mai detto?

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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