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Giuliano Pisapia, candidato sindaco di Milano, contro Letizia Moratti sui manifesti di Lassini

Sui manifesti affissi da Roberto Lassini e l’attacco ai magistrati, paragonati alle Brigate Rosse, il candidato sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, intravede un disegno politico nazionale e si dice scettico sulla presa di posizione di Letizia Moratti in vista delle elezioni comunali 2011.
A cura di Alessio Viscardi
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Giuliano Pisapia è perentorio sullo scandalo dei manifesti contro i magistrati affissi dall'Associazione per la Democrazia del candidato al consiglio comunale di Milano, Roberto Lassini. Secondo il candidato sindaco del centrosinistra, la mossa di Lassini è un astuto stratagemma per giovare doppiamente al Pdl alle prossime elezioni comunali 2011 di Milano: da una parte, c'è l'attacco alla Procura che ha dato via al processo Ruby contro Silvio Berlusconi, dall'altra c'è la presa di distanza del sindaco Letizia Moratti, che in questo modo ne guadagna in immagine. Numerosi manifesti sono stati affissi nei giorni scorsi per le strade di Milano, negli spazi predisposti per i poster elettorali, ma riportanti denunce contro i Pm e la presenza nella Procura di Milano di magistrati-terroristi come le Brigate Rosse.

Giliano Pisapia, avvocato di lungo corso della Milano bene e uomo di Nichi Vendola in Lombardia, chiede di contestualizzare il gesto di Lassini in un quadro generale che riguarda tutta l'attualità politica italiana: oltre alle elezioni amministrative locali, c'è da considerare la guerra tra il presidente del Consiglio e i giudici che devono processarlo per concussione e prostituzione minorile, le cosiddette “toghe rosse” – tanto politicizzate da poter essere paragonate alle Brigate Rosse.

Una “strategia che va avanti da mesi” in vista delle elezioni 2011, così l'ha definita Giuliano Pisapia: “Sono chiare le responsabilità politiche dei vertici del Pdl locali e non, per un messaggio volto a delegittimare la magistratura e ad avvelenare la campagna elettorale”.

La presa di distanza della Moratti viene così spiegata da Pisapia: “Non poteva fare altro che affermare l'incompatibilità della sua candidatura con quella di Lassini. La presenza di quest'ultimo, anche all'opposizione, in Consiglio Comunale sarebbe uno sfregio per Milano democratica e medaglia d'oro per la Resistenza”.

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