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Giulia Cecchettin, ministra Roccella dice che le madri devono educare i figli maschi al rispetto

La ministra della Famiglia, Eugenia Roccella, ha detto che le misure contro la violenza di genere devono “partire dalle donne e coinvolgere anche gli uomini”, e per questo “è fondamentale che le madri educhino i figli maschi” a rispettare le donne. Il fenomeno comunque va affrontato “su molti piani”, perché è “un problema di cultura”.
A cura di Luca Pons
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La ministra della Famiglia e delle Pari opportunità del governo Meloni, Eugenia Roccella, ha garantito che il governo Meloni continuerà a preparare interventi contro la violenza di genere, ma dato che è un problema culturale le misure devono partire "fin dalla più tenera età". In particolare, " è fondamentale che le madri educhino i figli maschi ad avere rispetto delle donne e della loro libertà, fuori dagli stereotipi di genere". Dopo il caso di Giulia Cecchettin, 22enne vittima di un presunto femminicidio ad opera dell'ex fidanzato, la politica è tornata a concentrarsi sul tema, dagli appelli di Elly Schlein alle promesse di Giorgia Meloni.

Parlando alla Stampa, Roccella ha detto che il governo è "pronto al dialogo" con le opposizioni sulle misure contro la violenza di genere, ma ha subito messo un paletto per quanto riguarda l'educazione alla sessualità: "Bisogna verificare quali sono le azioni davvero efficaci", ha detto, citando come esempio la Svezia: "Ha un tasso di violenza contro le donne e un numero di femminicidi più alto rispetto all’Italia eppure ha l’educazione sessuale nelle scuole".

C'è una maggiore apertura sulla cosiddetta educazione affettiva, invece. D'altra parte, il ministero dell'Istruzione ha già preparato un'iniziativa sperimentale sul tema che sarà presentata questa settimana, per parlare – nelle superiori – di violenza di genere. Secondo Roccella "fin dalla più tenera età è necessario educare al rispetto. Al rispetto degli altri, al rispetto della libertà di ciascuno", perché il problema è "una nuova libertà femminile che per alcuni uomini risulta ancora difficile da accettare".

Interrogata poi sull'esitazione della destra a mettere in discussione gli uomini, e a riconoscere che soprattutto loro vanno educati per limitare la violenza, la ministra si è difesa: "La destra non è affatto riluttante. Le battaglie delle donne partono dalle donne e dalla loro consapevolezza, ma hanno successo quando coinvolgono anche gli uomini".

Quindi, ha proseguito il ragionamento: "È fondamentale che le madri educhino i figli maschi ad avere rispetto delle donne e della loro libertà, fuori dagli stereotipi di genere". Poi ha rilanciato la manifestazione di soli uomini proposta da Ignazio La Russa alcuni mesi fa: "Sarebbe un bel segnale, potrebbe dare il senso di uno spirito trasversale".

La ministra ha anche risposto alla sorella di Giulia Cecchettin, Elena, che ha affermato che in Italia non c'è nessun posto in cui una donna può essere sicura: "Purtroppo non c’è un solo posto nel mondo dove le donne siano sicure. Le dinamiche di dominio, lo squilibrio di potere, anche se in misura assai diversa, ci sono ovunque", ha replicato Roccella. "Pur con la nostra media intollerabile di una donna uccisa ogni tre giorni, i dati ci dicono che l’Italia è fra i Paesi europei in cui il numero di femminicidi è meno alto".

Il fenomeno dei femminicidi, ha concluso, "va affrontato su molti piani. C’è un problema di cultura e di costume che richiede tempo e uno sforzo comune". Poi ha respinto le proposte di Matteo Salvini, come il carcere a vita per chi commette un omicidio e la castrazione chimica per chi stupra: "Penso che le nostre leggi siano buone. Con questa nuova legge abbiamo proseguito sulla linea del Codice rosso. Questa è la linea da seguire e credo che Salvini e la Lega la condividano".

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