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Giudice reintegra migranti cacciati da centro di accoglienza dopo aver denunciato irregolarità primarie Pd

La storia presenta alcune particolarità: Amadou Diallo è uno dei richiedenti asilo che ad Aprile scorso ha votato per le primarie del Pd. Aveva denunciato a Fanpage.it di essere stato portato, dal Cas di Via Belvedere a Ercolano (Napoli), a votare per Renzi inconsapevolmente.
A cura di Redazione
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Due richiedenti asilo in provincia di Napoli erano stati cacciati dal programma di accoglienza: a Giugno scorso erano stati buttati per strada da un giorno all'altro, ma sono stati riammessi. La loro storia presenta alcune particolarità: Amadou Diallo è uno dei richiedenti asilo che ad Aprile scorso ha votato per le primarie del Pd. Aveva denunciato a Fanpage.it di essere stato portato, dal Cas di Via Belvedere a Ercolano (Napoli), a votare per Renzi inconsapevolmente. La Prefettura di Napoli, qualche mese dopo, revocò l'accoglienza a lui e ad altri due migranti che furono portati a votare. Il motivo addotto risale a Febbraio del 2017: una discussione in una stanza, con un altro ospite, per sistemare la biancheria. Tra loro, alcuni ospiti fanno degenerare la discussione in rissa. Dopo quello e l'intervento dei gestori, più nulla fino a Giugno, un mese e mezzo dopo le primarie e dopo la denuncia dei giovani. I tre sono stati accusati di aver generato la rissa e cacciati dal centro e a loro è stata revocata l'accoglienza. Ma l'Associazione Tre Febbraio, che da anni si batte per i diritti di migranti e richiedenti asilo, ha portato in tribunale le ragioni di due dei ragazzi con l'avvocato Maurizio D'Ago: sono stati riammessi nel programma di accoglienza su ordine del Tar di Napoli. Il provvedimento di revoca dell'accoglienza è stato sospeso. I giovani erano finiti per strada, in situazione di grande precarietà.

"Abbiamo dimostrato  – afferma l'associazione – che l’ordine di espulsione promulgato dalla Prefettura di Napoli mette a rischio la loro incolumità quali persone bisognose di accoglienza. Nel caso specifico sono stati accusati ingiustamente di reati gravi non fondati a nostro avviso. L'unica colpa – da ciò che abbiamo ricostruito – è stata quella di aver voluto affermare i loro diritti". La battaglia legale è durata alcuni mesi, ma non è finita: intanto, i due giovani sono rientrati nel programma di accoglienza e sono stati accolti in un altro Cas in provincia di Napoli. La prossima udienza è fissata per il 29 Novembre prossimo: la Prefettura e il Ministero degli Interni dovranno depositare documenti a sostegno della loro tesi, dopodiché gli avvocati dell'associazione dovranno ribattere a quanto sostenuto. In questo contesto, la sospensiva sembra dare fiducia alla tesi sostenuta dall'Associazione e dai ragazzi cacciati.

"Tutti questi provvedimenti di revoca dell'accoglienza -afferma D'Ago, avvocato dell'associazione 3 Febbraio –  sono misure contrarie all'ordine pubblico perché nel momento in cui vengono prese queste persone che non parlano la lingua e non sono integrate e vengono ridotte a senza fissa dimora, questo non fa altro che peggiorare le condizioni dell'ordine pubblico. Una persona ridotta in miseria, oltre a essere in pericolo, è facilmente coinvolgibile in situazioni delinquenziali o borderline. Se è lo Stato a ridurre il ragazzo in miseria, è grave. Quell'articolo di legge dovrebbe essere dichiarato incostituzionale".

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