Girelli (Pd): “Ci vantiamo dell’eccellenza italiana, ma nei nostri campi ci sono migranti sfruttati”
L'ultimo decreto del governo in materia di immigrazione, proposto subito dopo la tragedia di Cutro, è stato approvato definitivamente anche alla Camera. Dall'opposizione non sono mancati emendamenti e richieste di modifica: tra questi anche un ordine del giorno dal deputato del Partito democratico Gian Antonio Girelli che chiedeva di ottimizzare risorse già esistenti per l'accoglienza dei lavoratori agricoli che arrivano nel nostro Paese. E che, troppo spesso, non ricevono adeguate tutele e finiscono vittime di sfruttamento e caporalato. La sua richiesta però, non è stata accolta. Gli abbiamo chiesto di raccontarci l'accaduto.
È stato bocciato un suo ordine del giorno al decreto immigrazione, cosa chiedeva?
Chiedevo una semplicissima cosa. L'ottimizzazione delle risorse già esistenti, provenienti anche dal PNRR, riguardo l'accoglienza delle persone – lavoratori stagionali e non solo – che operano nei nostri campi e che vivono, molti di essi, in condizioni indegne all'interno di strutture fatiscenti. Baracche e non solo. Stiamo parlando di almeno 10.000 persone che "vivono" in 150 insediamenti non autorizzati in 38 comuni italiani, anche del Nord. Forse i numeri che conosciamo sono sottostimati perché vi possono essere realtà non ufficialmente rilevate. Una vergogna davanti ai nostri occhi.
-A quanto ammonterebbero le risorse già esistenti? E cosa permetterebbero di fare?
Stiamo parlando di circa 200 milioni di euro che permetterebbero ai Comuni di intervenire favorendo la realizzazione di strutture d'accoglienza più umane e percorsi di inserimento a favore di manodopera fondamentale per il settore agrifood italiano. Quell'eccellenza di cui spesso ci vantiamo ma che è prodotta anche attraverso il lavoro di persone realmente sfruttate. E questa cosa è il contrario dell'eccellenza. È una situazione ignominiosa che non possiamo più tollerare perché non degna. Ma il Governo pare avere altre priorità. O meglio disinteresse al tema.
Nel decreto il governo vuole smantellare l’accoglienza diffusa, puntando invece su hotspot e Cpr: lei cosa ne pensa?
Penso che si voglia scaricare sui Comuni il problema. Si vuole tornare ai famigerati decreti Salvini di cui conosciamo gli esiti. Ma su queste tematiche il Governo dimostra stoltezza, miopia, furore ideologico e assenza di umanità.
Le arrivano spesso denunce dai Comuni, sullo sfruttamento dei migranti e sulle condizioni in cui sono costretti a vivere?
Non passa giorno che a livello di stampa locale -e anche stampa nazionale- si leggono grida d'allarme di Primi Cittadini di ogni colore politico. Quindi amministratori anche del partito del Presidente del Consiglio. Grida di richiesta aiuto cui il Governo non pone orecchio. Richieste che mi giungono da amministratori locali lombardi, la mia Regione. Anche la Lombardia non è esente da questa piaga.
Qual è il prossimo passo del Pd, contro la strategia del governo sull’accoglienza?
In Parlamento continueremo la battaglia perché il Governo non si fermerà probabilmente al Decreto Cutro. Ma ancora di più serve che la società civile si mobiliti. Come già sta facendo. Domenica a Milano vi sarà un primo presidio che vedrà protagoniste diverse sigle e Associazioni. L'accoglienza è un problema che si deve risolvere in sede europea e noi lo diciamo da sempre. Ma si risolve con serietà e non con azioni muscolari come quelle promosse dall'Esecutivo.