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Giovannini dice che il Ponte sullo Stretto di Messina non verrà inserito nel Recovery Plan

Lo ha confermato il ministro per le Infrastrutture e le Mobilità sostenibili, Enrico Giovannini: “Non è un’opera che potrebbe essere completata nel 2026”, ha detto. Il Ponte sullo Stretto di Messina non sarà quindi uno dei progetti finanziati con le risorse europee in quanto queste saranno dedicate a progetti che possono essere terminati entro il 2026.
A cura di Annalisa Girardi
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Il Ponte sullo Stretto di Messina non sarà uno dei progetti finanziati con le risorse inserite nel Recovery Plan. Lo ha confermato il ministro per le Infrastrutture e le Mobilità sostenibili, Enrico Giovannini: "Non è un'opera che potrebbe essere completata nel 2026, ma presenterò in tempi brevi al Parlamento l'esito del lavoro della Commissione istituita per la valutazione del collegamento stabile dello Stretto, così da aprire al più presto un dibattito pubblico", ha detto.

Già in passato Giovannini era intervenuto sulla questione: "Io non ho espresso punti di vista sulla questione del Ponte sullo Stretto di Messina e sull'attraversamento stabile. Ho indicato che l'opera non è inserita nel Pnrr perché la data del 2026 non è negoziabile, non è emendabile. È parte del regolamento europeo. Per le regole del Pnrr non è la spesa che conta, ma il fatto che entro il 2026 i lotti devono essere in esercizio, devono essere fruibili", aveva commentato qualche settimana fa.

Nonostante la linea di Giovannini in merito alla realizzabilità del Ponte sullo Stretto con le risorse europee del Recovery sia quindi sempre stata chiara, in Commissione Trasporti non sono mancate le richieste di rivedere le opere che potrebbero essere inserite, suggerendo tra queste anche il collegamento tra Calabria e Sicilia.

Per quanto riguarda i progetti che potranno entrare nel Recovery Plan, nei giorni scorsi in Parlamento è stato dato il via libera alla risoluzione di maggioranza contenente le proposte elaborate nelle Commissioni sul Piano nazionale di ripresa e resilienza. L'Italia a breve dovrà infatti presentare il suo Piano nazionale alla Commissione europea.  Come si legge nel documento, i tre pilastri del programma dovranno essere: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e inclusione sociale. Vengono poi citati tre obiettivi trasversali da raggiungere, tra cui la parità di genere, i giovani e il Mezzogiorno. E si parla di una serie di riforme necessarie per il Paese, come quella del sistema fiscale, della giustizia, del mercato del lavoro e della pubblica amministrazione.

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