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Inchiesta in Liguria e arresto di Giovanni Toti

Giovanni Toti lascia la carica di presidente di Regione Liguria, la lettera di dimissioni: “Irrevocabili”

Il presidente della Liguria, Giovanni Toti si è dimesso dalla carica di governatore. Lo ha reso noto la Regione. Toti si trova agli arresti domiciliari dal 7 maggio scorso con l’accusa di corruzione, nell’ambito dell’inchiesta condotta dalle procure di Genova e La Spezia.
A cura di Giulia Casula
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Giovanni Toti ha dato le dimissioni dall'incarico di governatore della Liguria. Lo ha reso noto la Regione in una nota diffusa questa mattina.

"Giovanni Toti si è dimesso da presidente di Regione Liguria. A consegnare la lettera di dimissioni irrevocabili all'ufficio protocollo dell'Ente è stato questa mattina alle 10.40 l'assessore Giacomo Raul Giampedrone su delega dello stesso Toti", ha comunicato lo staff.

Toti, che attualmente si trova agli arresti domiciliari, dal 7 maggio è accusato di corruzione per l'esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d'ufficio nell'ambito dell'inchiesta condotta dalla Procura di Genova in cui sono coinvolti anche l'imprenditore Aldo Spinelli e l'ex ad di Iren Paolo Emilio Signorini.

La lettera di dimissioni di Toti da Presidente di Regione Liguria: "Irrevocabili"

Nella lettera formale presentata dal governatore agli uffici della Regione, si legge: "Io sottoscritto, Giovanni Toti, con questa mia rassegno dimissioni irrevocabili da presidente della Giunta regionale della Liguria, carica alla quale sono stato proclamato con atto dell’ufficio centrale per l’elezione del Presidente della Giunta regionale e del Consiglio regionale della Liguria presso la Corte di appello di Genova in data 8/10/2020. Inoltro questa mia alle autorità in indirizzo per tutte le competenze di legge relative alla gestione transitoria dell’ente e l’avvio delle procedure per l’indizione di nuove elezioni". Secondo quanto si apprende, entro tre mesi la Liguria sarà chiamata alle urne per eleggere il nuovo presidente della Regione.

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L'oramai ex governatore, alla guida dell'Ente da nove anni, ha poi voluto spiegare le ragioni in una lunga missiva diffusa dal suo legale, Stefano Savi.  "Mi assumo tutta la responsabilità di richiamare alle urne, anticipatamente, nei prossimi tre mesi, gli elettori del nostro territorio, che dovranno decidere per il proprio futuro. Fino ad oggi il presidente ad interim Alessandro Piana, la Giunta, la maggioranza tutta, che ringrazio di cuore, si sono assunti l'impegno di evitare il blocco dell'Ente, rispettando tutti gli impegni presi e portando avanti progetti e cantieri, con senso di responsabilità, capacità, onore", ha scritto Toti che dopo l'inchiesta era stato sospeso dalla carica.

"Lo hanno fatto anche di fronte ad una opposizione che, lontana dall'attitudine istituzionale richiesta dal momento, ha saputo solo cavalcare la complessa situazione, dimentica dei suoi stessi valori del passato, di ogni civiltà giuridica, della Costituzione e di quella cultura di governo che dovrebbe rappresentare chi si candida alla guida di una comunità", ha aggiunto. "Oggi sento come necessario che i cittadini tornino ad esprimersi per ridare alla politica, al più presto, quella forza, quella autorevolezza, quello slancio, indispensabili ad affrontare le moltissime sfide che la Regione ha di fronte per continuare nel percorso di modernizzazione e crescita economica. Non è questa la sede per rivendicare quanto fatto in quasi dieci anni di Governo".

Il governatore dimissionario non nasconde il rammarico per l'esito della vicenda. "Avrei voluto confrontarmi diversamente con il nostro territorio, con i tanti sindaci e amministratori con cui abbiamo condiviso i progetti, gli amici che mi hanno affiancato in due lustri di lavoro indefesso, le forze politiche che hanno sostenuto questa esperienza", ha scritto. "Non è stato possibile farlo, sono confidente che lo sarà nel prossimo futuro, valutate dai magistrati le istanze che l'avvocato Savi si appresta a ripresentare nelle prossime ore. Da questo momento torno anche io ad essere un semplice, comune cittadino della nostra bellissima Liguria", ha concluso.

La notizia delle imminenti dimissioni era circolata nelle scorse ore, anche a seguito del respingimento, da parte del tribunale del Riesame di Genova, dell'istanza di rimozione della misura cautelare presentata dai legali del governatore. Per i giudici non c'erano le condizioni per riconoscere la piena libertà a Toti, a causa del rischio, rappresentato dalla sua "persistente pericolosità", di reiterare il reato.

La scorsa settimana, a Genova, si era tenuta una manifestazione delle opposizioni, per chiedere il ritorno alle urne in Liguria, assieme alle dimissioni del fondatore di Noi Moderati. In piazza erano scesi i leader nazionali di Pd, M5s e Avs, Elly Schlein, Giuseppe Conte, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, insieme a comitati e associazioni, da ‘Genova che osa' ad Arci e Libera.

L'avvocato di Toti ha comunicato che lunedì depositerà la duplice istanza di revoca dei domiciliari di Giovanni Toti, per i reati di corruzione e di finanziamento illecito. Savi ha rimarcato l'interesse ad avere un giudizio rapido. £A noi l'immediato va benissimo. Non vogliamo farlo in costanza di misura cautelare. Ci fa anche comodo piuttosto che stare ancora due, tre anni sulla graticola". Se venisse accolta, il ricorso in Cassazione contro il rigetto da parte del tribunale del Riesame decadrà automaticamente.

Le reazioni alle dimissioni di Toti, Lega: "Inchiesta per sovvertire voto popolare"

Intanto, sono arrivate le prime reazioni del mondo della politica alle dimissioni del governatore del centrodestra. "In Liguria siamo di fronte all’ennesimo tentativo di sovvertire il voto popolare usando inchieste e arresti. La Lega non si fa intimidire e i cittadini sapranno rispondere democraticamente riconfermando il centrodestra che ha rilanciato la Regione da tutti i punti di vista", è il commento diffuso dalla Lega in una nota.

Nelle opposizioni, la notizia è stata accolta con entusiasmo dal Partito democratico. "Finalmente Giovanni Toti si è dimesso, anche se con molto ritardo", ha detto Elly Schlein ospite al festival di Giffoni. "Sono passati 80 giorni in cui la Liguria è stata ferma, paralizzata, tenuta a i domiciliari con lui. È l'occasione per le forze alternative alla destra per costruire un progetto che guardi al futuro della regione e che sia all'altezza delle emergenze che lì vanno affrontate", ha aggiunto.

Critico Carlo Calenda. "Toti è un nostro avversario. La valutazione sulla sua gestione è negativa. I profili di conflitto di interessi sono quanto di più estraneo alla prassi di Azione si possa immaginare. Ma forzare le dimissioni di un Governatore attraverso l'imposizione di misure cautelari a pioggia è indegno di uno Stato di Diritto", ha scritto su X. "Così come indegno è usare le inchieste come fondamento di un confronto politico. Non è stata un bella pagina per la democrazia italiana", ha aggiunto il leader di Azione.

Di diverso avviso il leader di Europa Verde, Angelo Bonelli. "Le dimissioni di Toti erano un atto politicamente dovuto per il fallimento delle sue politiche che hanno portato la sua Regione a vedere compromessi diritti e prestazioni essenziali: dalla sanità pubblica al trasporto con una forte aggressione all'ambiente", ha scritto in una nota. "Ora rimaniamo uniti per vincere le elezioni e per costruire una Liguria rispettosa del territorio, dell'ambiente della partecipazione e della democrazia. Una delle regioni più cementificate che deve invece pensare a tutelare la sanità pubblica, il trasporto pubblico, difendere e potenziare le aree protette e rilanciare l'economia guardando alle grandi sfide della transizione verde che deve essere sostenibile dal punto di vista sociale ed economico per le imprese", ha concluso il deputato di Alleanza Verdi-Sinistra.

"Hanno costretto Toti a dimettersi in cambio della libertà. La chiamano giustizia. E se poi tra qualche anno, come già successo con altri politici, Toti venisse assolto?", ha scritto invece su X la ministra del Turismo, Daniele Santanchè.

Un messaggio di solidarietà è arrivato dal responsabile organizzazione di Fratelli d'Italia, Giovanni Donzelli. "Ringraziamo il Presidente Toti per aver rilanciato la Liguria in questi nove anni di ottimo lavoro. Infrastrutture, sviluppo turistico, crescita economica: la regione è stata trasformata. La sinistra, che per decenni l’ha tenuta bloccata, arretrata e immobile, spera di sciacallare sulle indagini per tornare a spartirsi il potere. I cittadini non lo permetteranno", ha scritto.

"Dopo 80 giorni di privazione della libertà, dopo un pronunciamento del tribunale del Riesame incomprensibile persino al ministro della Giustizia, arrivano le dimissioni di Giovanni Toti dalla presidenza della Regione Liguria. Una scelta sofferta che gli permetterà sia di difendersi e dimostrare con maggiore efficacia la propria innocenza, sia di rivendicare con chiarezza il buon governo della Regione ed il grande lavoro fatto in questi anni da tutto il Centrodestra, che i cittadini hanno premiato con un voto a grande maggioranza", ha dichiarato il presidente di Noi Moderati, Maurizio Lupi. "Queste dimissioni impongono anche una riflessione a tutto il mondo giudiziario, alle istituzioni, alla politica, sull'uso della carcerazione preventiva non come legittimo strumento per la prosecuzione delle indagini ma come metodo di pressione sull'indagato", ha aggiunto.

Dimissioni attese invece, per il Movimento 5 Stelle. "Con notevole e grave ritardo Giovanni Toti si è dimesso, interrompendo finalmente una situazione paradossale di paralisi nella quale aveva trascinato la Regione. Adesso lui potrà affrontare la sua vicenda giudiziaria senza tenere in ostaggio le istituzioni e le esigenze del territorio, la palla passa ai cittadini che potranno scegliere che strada prendere per il futuro della Liguria", ha commentato il senatore ligure pentastellato Luca Pirondini.

Più cauto Riccardo Magi. "Prendiamo atto delle dimissioni di Toti. Ora il centrosinistra lavori per presentarsi compatto alle elezioni e dare un nuovo governo alla regione Liguria. Ma il confronto sia sulla politica e non sulle questioni giudiziarie. La presunzione di innocenza è un valore costituzionale che va sempre rispettato a partire dagli avversari", ha affermato il segretario di +Europa.

"Rispetto la decisione di Giovanni Toti, è certamente sofferta", è il primo commento del capogruppo degli azzurri al Senato, Maurizio Gasparri. "Non posso però non rilevare che la pressione della Magistratura è stata veramente enorme su questa vicenda. Non è il momento di aggiungere considerazioni che, però, faremo nelle sedi competenti. Ora è il momento di preparare le elezioni e di vincere con un centrodestra unito che sappia, accanto alle presenze politiche, valorizzare le presenze civiche e del territorio".

"Toti si è dimesso da presidente della Regione. Avrei preferito che si dimettesse per ragioni politiche e non giudiziarie. Ma la verità è che i giustizialisti sono forti anche a destra", ha scritto il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, accusando il centrodestra ligure. "Perché è evidente che Toti sia stato abbandonato dai suoi colleghi di coalizione, altrimenti avrebbe continuato per la sua strada", ha detto.

Dall'ex ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, l'appello allo stop "all'uso politico" delle inchieste. "La decisione di Giovanni Toti va compresa e rispettata. La Liguria da oggi non ha più il presidente che ha eletto e questo per l'effetto devastante di una misura di custodia cautelare che si è trasformata in uno strumento politico. E questo senza che sulla colpevolezza di Toti sia stata emessa una condanna neppure di primo grado", ha dichiarato la senatrice di Azione. "Al di là dei torti e delle ragioni e delle valutazioni che ciascuno farà sugli aspetti giudiziari di questa vicenda, c'è una questione grande come una casa che riguarda la democrazia e la politica. Nessuno poteva chiedere a Toti di risolverla ed è comprensibile che abbia scelto la via che gli restituisce la libertà, ma potremmo e dovremmo chiedere alla politica tutta di mettere fine all'uso politico delle inchieste. Spiace che, anziché la strada del garantismo e del rispetto della Costituzione, ancora una volta c'è chi ha scelto la piazza e il giustizialismo", ha aggiunto.

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