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Inchiesta in Liguria e arresto di Giovanni Toti

Giovanni Toti resta ai domiciliari, respinto il ricorso nell’inchiesta per corruzione in Liguria

Il tribunale del Riesame di Genova ha respinto l’istanza di Giovanni Toti, presidente della Liguria che chiedeva di annullare gli arresti domiciliari a cui è sottoposto dal 7 maggio con l’accusa di corruzione. Per i giudici, c’è ancora il rischio che ripeta il reato. Toti resta quindi sospeso dalla carica di presidente: farà ricorso in Cassazione.
A cura di Luca Pons
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Niente libertà per Giovanni Toti, neanche con condizioni stringenti. Il presidente della Liguria dal 7 maggio è agli arresti domiciliari e indagato per corruzione. Aveva già chiesto al giudice per le indagini preliminari che la misura cautelari degli arresti domiciliari fosse sollevata, senza successo: oggi il Tribunale del Riesame di Genova ha concordato con la Procura che non ci siano le condizioni per dare piena di libertà di movimento a Toti. Resta, infatti, la sua "persistente pericolosità" con il rischio di reiterare il reato. Il presidente ligure resta detenuto nella sua villa ad Ameglia, in provincia di La Spezia. I legali avevano già annunciato da settimane che in caso di risposta negativa del Riesame sarebbe arrivato il ricorso in Cassazione, l'ultimo grado possibile.

Per i giudici resta la "pericolosità" del presidente ligure

L'udienza davanti al Tribunale del Riesame si era tenuta l'8 luglio, e i giudici si erano riservati di decidere. I legali di Toti avevano provato a sostenere che non ci siano più i requisiti per gli arresti domiciliari: dopo oltre due mesi, si tratterebbe di "una misura oltremodo afflittiva e non necessaria per la tutela della inchiesta, nei confronti di un governatore che non è accusato di aver intascato né un euro né una utilità personale, ma solo di finanziamenti pubblici e registrati alla propria forza politica".

I giudici però hanno scritto che non ci sono più rischi per l'indagine – il rischio di inquinare le prove, ad esempio – ma rimarrebbe ancora  il rischio di reiterazione del reato, anche perché Toti è sembrato in un certo senso non capire le accuse: "Se è stato necessario per l'indagato farsi spiegare dagli inquirenti che è vietato scambiare la promessa o l'accettazione di utilità di qualsiasi tipo con favori elargiti nell'esercizio della propria funzione pubblica", hanno scritto i giudici, "continua indubbiamente a sussistere il concreto e attuale pericolo che egli commetta altri fatti di analoga indole"

Per Toti non si parla di dimissioni

Toti resta anche sospeso dalla carica di presidente di Regione: l'avrebbe riottenuta solo nel caso in cui gli arresti domiciliari fossero stati annullati. Sarebbe rimasto sospeso, invece, se il Tribunale avesse accettato una delle condizioni offerte dall'avvocato di Toti, Stefano Savi: l'obbligo di dimora ad Ameglia, oppure il divieto di dimora a Genova. In entrambi i casi, il politico avrebbe potuto muoversi più liberamente e incontrare persone.

Dunque, il presidente ad interim della Liguria resterà Alessandro Piana. L'ipotesi delle dimissioni di Toti, al momento, non sarebbe sul tavolo. Il ricorso in Cassazione, infatti, offre al politico un'ultima occasione per vedere sollevate le misure cautelari e tornare in libertà. "Secondo il provvedimento non ci sono più problemi di tutela della prova. Secondo questa interpretazione se leggiamo tra le righe il messaggio è che le dimissioni sarebbero l'unica soluzione per uscire da questa situazione, per eliminare la possibilità di esercitare influenze", si è lamentato però l'avvocato Savi.  Un ragionamento a cui i giudici hanno risposto: "Non si intravede nemmeno in filigrana l'indebita – e inconcepibile, perché decisamente extra ordinem – ‘pressione' su Toti affinché, come adombrato dalla difesa, ‘si decida' a rinunciare all'incarico istituzionale del quale è tuttora insignito".

Salvini dice che i giudici fanno un danno al Paese

Matteo Salvini è intervenuto con toni duri sul caso Toti: "Questa è ideologia. Questo è un danno al Paese. Tenere agli arresti per più di due mesi, prima ancora di un processo o di una condanna, qualcuno eletto dai cittadini e che ha lavorato per i suoi cittadini, significa dare un pessimo segnale. Spero che non ci sia qualcuno che abbia nostalgia del tintinnio di manette degli anni Ottanta e Novanta, altrimenti si blocca il Paese". Salvini ha aggiunto: "A Toti lo stavano intercettando da anni, a fuggire non fuggiva, a reiterare non reiterava, a inquinare [le prove, ndr] non inquinava".

Il centrodestra ligure per il momento si consulta per decidere come proseguire: "A livello amministrativo è una situazione non facile per la Liguria, mentre dal punto di vista politico ci confronteremo con i vertici nazionali del mio partito e con quelli regionali del centrodestra ligure. Al momento è presto per fare delle ipotesi", ha detto Carlo Bagnasco, coordinatore ligure di Forza Italia. Il suo omologo di Fratelli d'Italia, Matteo Rosso, ha confermato l'incontro per "fare il punto politico".

Le opposizioni, invece, sono andate all'attacco. Il segretario regionale del Pd Davide Natale ha chiesto che Toti si dimetta: "La Liguria deve guardare al futuro e in questa situazione è impossibile". Il M5s regionale ha diffuso una nota: "Oggi più che mai riteniamo che questa vergogna debba finire e che le dimissioni immediate di Giovanni Toti siano doverose. Qualora non arrivassero, noi siamo già pronti a scendere in piazza".

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