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Giornata nera per il Governo: due volte sotto alla Camera. Idv salva la Irisbus

93 volte sotto alla Camera, in meno di un’ora due sconfitte di seguito sulla mozione Irisbus dell’Idv e sul tema dei risarcimenti per gli incidenti stradali. Il Governo arranca e l’Opposizione incalza: “Maggioranza liquefatta” tuona Massimo Donadi.
A cura di Alessio Viscardi
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Governo battuto due volte alla Camera

Due volte sotto con i voti alla Camera, in appena un’ora. Giornata nera per la Maggioranza, che perde sulla mozione Irisbus presentata da Italia dei Valori (275 sì contro 272 no) e su quella Pdl in materia di incidenti stradali, respinta per un solo voto. Per la vicenda Irisbus, lo stabilimento Fiat di Flumeri in Irpinia la cui produzione di autobus rischia di essere delocalizzata in altri paesi, l’Opposizione è riuscita – grazie alle numerose assenze tra le fila del Pdl – a far approvare un testo che obbliga l’azienda a restare aperta in Italia. Previsti 700 milioni di euro per il 2012/2013 e 600 milioni per il 2014 per rinnovare il parco autobus prodotto nella provincia di Avellino, soprattutto grazie alla produzione di mezzi verdi con ridotte emissioni di CO2.

La seconda disfatta arriva sulla mozione presentata dalla maggioranza sul tema del risarcimento delle vittime dei sinistri stradali. Parere favorevole del Governo, eppure la maggioranza cade per un solo voto.

Il capogruppo dell’Idv alla Camera, Massimo Donadi, tuona subito dopo la sconfitta della maggioranza: “Questo voto dimostra ancora una volta che il governo è liquefatto e la maggioranza alla Camera, da tempo, non c’è più”. Perentorio anche il capogruppo Pd, Dario Franceschini, che dal suo account Twitter chiosa: “Settimana nuova, sconfitta nuova per il governo”. Marco Reguzzoni, il deputato della Lega Nord protagonista nella rissa alla Camera causata dalle dichiarazioni del presidente Fini a Ballarò – cerca di contenere i danni: “Non è successo niente. Il governo ha dato parere sfavorevole ma la mozione era condivisibile. Anzi, noi eravamo pure pronti a sostenerla”. Ma si tratta della sconfitta numero 93 a Montecitorio.

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