Come sta messa l’Italia per quanto riguarda il rispetto e il riconoscimento dei diritti umani della comunità Lgbtqi+? Spoiler: molto male. Secondo la mappa pubblicata dalla International lesbian and gay association il nostro paese è ultimo in Europa occidentale, e si piazza addirittura dietro l’Ungheria di Viktor Orban, non esattamente un’isola felice se sei una persona omosessuale o transgender. Per quanto riguarda la classifica totale, su quarantanove paesi presi in considerazione conquistiamo il 33esimo posto, con un punteggio del 25% sul rispetto dei diritti delle persone gay, lesbiche, bisex, trans e intersex. Numeri molto al di sotto della media europea, che si attesta intorno al 48%.
E mentre attendiamo le dichiarazioni di facciata dei politici nella giornata mondiale contro l’omotransfobia, ricordiamoci che siamo il paese che ha affossato il Ddl Zan contro le discriminazioni di genere e che ogni tre per due grida all’ideologia gender che, per chi non lo sapesse, non esiste. Siamo il paese che nega i diritti della comunità Lgbtqi+ con argomentazioni fantasiose, passando dalla minaccia di estinzione della fantomatica ‘famiglia tradizionale' al ‘vogliono influenzare l'identità dei bambini'. Falsità che alimentano l'odio che soffia verso le persone omosessuali o transgender.
Mentre oggi tiriamo fuori il simbolo dell’arcobaleno, ricordiamoci anche che secondo il report pubblicato da ‘Cronache di ordinaria omofobia’, in Italia sono 148 le persone che negli ultimi ventiquattro mesi sono state vittime di reato perché gay, lesbiche o trans. Insomma, se vivi in Italia oggi non c’è molto da festeggiare. C’è invece da lottare, affinché il nostro diventi un paese dove le discriminazioni siano solo un ricordo lontano.