Giorgia Meloni vuole fare delle campagne nei Paesi d’origine per convincere i migranti a non partire
Il governo Meloni lancia delle campagne mediatiche per convincere i migranti a non partire, realizzate nei Paesi d'origine. Nel nuovo decreto approvato a Cutro, durante il Consiglio dei ministri che si è tenuto nella cittadina della Calabria teatro della tragedia che è costata la vita a decine di migranti, c'è anche un passaggio sottolineato dalla presidente Meloni durante la conferenza stampa: "Faremo una campagna nei Paesi di queste persone, perché sappiano quali sono i rischi che corrono a mettersi in mano ai trafficanti – ha detto la presidente del Consiglio – Daremo quote privilegiate a quei governi che ci aiuteranno a fare informazione". Non è chiaro, però, a che tipo di campagne si riferisca Meloni. "Lavoriamo per favore ingressi di persone che possono avere una vita dignitosa, non parliamo dei profughi, che sono legati ad altra materia", ha insistito Meloni.
Si tratta, nello specifico, dell'articolo 1 comma 5 del nuovo decreto appena approvato dal governo Meloni:
5. Al fine di prevenire l’immigrazione irregolare, con i decreti di cui al presente articolo sono assegnate, in via preferenziale, quote riservate ai lavoratori di Stati che, anche in collaborazione con lo Stato italiano, promuovono per i propri cittadini campagne mediatiche aventi ad oggetto i rischi per l’incolumità personale derivanti dall’inserimento in traffici migratori irregolari.
Meloni ha poi insistito "più mi aiuti a combattere la tratta, più ricambio quello sforzo con i flussi legali". Insomma, i Paesi stranieri che più si impegneranno nel convincere a livello mediatico la popolazione a non partire, saranno ricompensati con maggiori flussi legali. Certo è difficile pensare che chi scappa da guerre, fame e povertà si faccia convincere da un cartellone pubblicitario o da uno spot istituzionale.